martedì 19 maggio 2009

Italia e sicurezza


Ieri mattina nel napoletano i genitori di un ragazzo entrano in una scuola, picchiano un compagno di classe del loro figlioletto e lo minacciano di morte con un coltello. Intervengono gli insegnanti, il padre ne ferisce uno a un dito. Perché? Perché il cattivo bambinetto era passato davanti a loro figlio nella fila degli interrogati (ai miei tempi si ringraziava per questo).

Sempre ieri mattina, in Sicilia un bambino di nove anni (ripeto nove anni) ha impiccato un cane filmandolo col cellulare, per poi mettere il video su youtube.

Ieri pomeriggio tre ragazzi bolognesi, due di 15 e uno 17 anni, tutti di ottima famiglia, hanno piazzato dei massi sui binari della ferrovia a Ozzano per far deragliare il treno, facendosi delle foto col cellulare. Ma il treno (intercity) non è deragliato e la Polizia li ha presi.

Prima, qua a Bologna, giocavo a trivial-pursuit con uno spacciatore immigrato clandestino marocchino di origini albanesi con precedenti per rissa, sfruttamento della prostituzione e tentato omicidio. Mi ha detto che sta seriamente pensando di lasciare l'Italia, si sente poco sicuro.

(nella foto, due dei simpatici ragazzi di Bologna)

giovedì 14 maggio 2009

Fermate i barconi di zanzare



Che Bologna sia la città più bella del mondo non perdo occasione per ripeterlo. Poi se appena uno esce dalla stazione si trova davanti un simpatico cartellone come questo, il cemento grigio e puzzolente sembra ancora più triste.

Gli autori della pubblicità, beccati dai soliti stupidi limitati cattocomunisti, hanno provato a difendersi:

Cari visitatori,
In merito alla ns. ultima campagna pubblicitaria desideriamo chiarire le ns. posizioni:
• Il termine clandestino significa “fatto di nascosto o contro il divieto di qualche autorità” Non ha in alcun modo accezione negativa e tanto meno razzista: i movimenti partigiani e la stessa Resistenza erano sistemi di lotta clandestina all’oppressione nazi-fascista.
• Proprio per il suo significato, il termine clandestino è perfettamente adeguato per descrivere tutti quegli animali indesiderati si annidano nelle abitazioni e nei giardini. Tanto è vero che il termine clandestino è stato impiegato in diverse autorevoli pubblicazioni che trattano di Zoologia Applicata e Entomologia Urbana. Per Sua conoscenza: Marco Di Domenico, 2008 Clandestini. Animali e piante senza permesso di soggiorno <http://book.shop.it/scienza-e-tecnica/scienze-della-vita/animali-clandestini/dettaglio/id-1407163/> Bollati Editore 208 pag.; GIORGIO CELLI sulla formica Argentina <http://www.giorgiocelli.it/documenti/formica.htlm> ; ed altre ancora che potrà trovare facilmente in internet.
• Nel nostro messaggio pubblicitario sono inserite numerose immagini identificative di zanzare, blatte, formiche acari e altri animali indesiderati che fugano ogni eventuale fazioso dubbio interpretativo.
• Si sta giudicando l’operato del Nostro Staff e della Nostra Azienda che ha sani principi che tutti i nostri Clienti ci riconoscono e che ha il merito di aver offerto al mercato innovazione e soluzioni a basso impatto ambientale ma allo stesso tempo molto efficaci per insetti e altri animali “clandestini”.
• Tornando ai clandestini, non troviamo nessun nesso tra la parola clandestini e l’allusione razzista o xenofoba! Ognuno di noi anche se Italiano può facilmente diventare clandestino! Basterebbe recarsi in qualsiasi paese civile e restarci senza i necessari permessi o visti di soggiorno. Quindi razzisti contro chi? E per quale ragione?
• La nostra Azienda ha il piacere di contribuire per l’apertura di asili in Brasile ed in Madagascar senza adoperarli come strumenti pubblicitari, questo sì che sarebbe di cattivo gusto.
• Non gradiamo che si strumentalizzi nè Socialmente nè Politicamente in alcun modo la nostra campagna pubblicitaria che riteniamo chiara ed adeguata agli obiettivi di comunicazione.
• La nostra Azienda ha oltre 25 anni di storia e ha dato lavoro a tante meritevoli persone, sia Extracomunitari che Italiani.
• È necessario salvaguardare il principio che sancisce che la libertà del singolo termina ove inizia quella degli altri. Questo principio è valido anche per la libertà di espressione.
Cordiali saluti
Staff Sandokan

A me rimane il dubbio: 20 anni fa avrebbero parlato di "insetti clandestini" in un cartellone pubblicitario? Sperando che la clandestinità sia una moda passeggera, e la Lega pure, io mi vado a rivedere due o tre spot del carosello. Pubblicità.

Ah no, prima leggetevi questo simpatico post

mercoledì 13 maggio 2009

I pirati, bibliotecari del futuro

600 battute spazi inclusi sul daunlod.

Ormai è ben radicata nella nostra società multimediale l’eterna lotta tra il bene – case discografiche, produttori cinematografici – e il male – pirati, utenti dei programmi di file sharing, insomma coloro che non hanno rispetto né per gli ar tisti né per la legge. Proviamo per assurdo a capovolgere la situazione. Proviamo a vedere il download non come un mezzo truffaldino per risparmiare o guadagnare soldi, ma come una vera e propria idea di cultura.
Una cultura condivisibile, accessibile a tutti, gratuita (o quasi), variegata, che si va a opporre alla cultura come merce, oggetto costoso e paradossalmente spesso futile (per il pubblico) e poco impegnativo (per chi lo produce). Libertà di formazione e informazione contro piazzisti e commercianti, arte contro moda, biblioteche contro supermercati.

Scritto originariamente per Billy

venerdì 8 maggio 2009

La storia di Rete4

E basta con questi cazzo di immigrati clandestini! Vengono qua con i loro barconi puzzoni e ci vogliono fregare il lavoro e ci rapiscono i figli e ci sfruttano la prostituzione! Ma basta! In Italia abbiamo già i nostri problemi di clandestinità! Questa è la storia di Rete4.

1978: L'imprenditore Silvio Berlusconi decide di fondare una rete televisiva commerciale, la prima in Italia, e la chiama TeleMilano.


TeleMilano, nata come tv ufficiale della città satellite Milano 2. Ci lavoravano Beruschi, Abatantuono e Boldi.


1982: La tv privata Italia1, di proprietà di Rusconi, fallisce. Se la compra Fininvest, l'azienda di Berlusconi, che comincia a pensare di poter creare un polo televisivo alternativo alla Rai. Gli manca però un canale per arrivare a tre.

1984: Berlusconi, ormai conosciuto anche come “Sua Emittenza”, acquista la piccola tv locale Rete4. Questa ha i permessi per trasmettere solo in Lombardia, ma Berlusconi se ne sbatte e con un sistema di ritrasmissione delle frequenze fa si che il canale si veda da Trento a Catania. Cambia il nome a TeleMilano con Canale5.
La Finanza
e la Polizia postale vanno a casa sua: “Caro dottore, siete fuori legge, e se non sistemate la cosa lei e i dirigenti della sua azienda finite in galera”
Berlusconi allora corre dall'allora presidente del consiglio. “Bettino! Bettino, la Polizia brutta cattiva mi vuole fare la bua!” e Craxi “Silvietto, io sono socialista di sinistra, sono naturalmente portato a difender
e e aiutare i deboli. Facciamo così, tu mi porti un bel pacchettino colorato pieno di mignotte (tacco a spillo, mi raccomando) o miliardi (contanti please) e io farò il possibile”.



In questa foto, Berlusconi e Craxi al mare discutono di valori come la famiglia e le escort di lusso



1985: A febbraio decreto del ministro Gava: le tv private di Fininvest possono sì trasmettere in tutta Italia, ma solo materiale registrato (niente dirette), almeno fino alla prossima legge che sistemerà la situazione. Qualche stupido maligno lo chiama “decreto salva Berlusconi”.

1986/1989: Non viene risolta la faccenda Rete4, che continua a trasmettere provvisoriamente (modo elegante per dire “abusivamente”).

1990: Finalmente il governo (Andreotti) prova a risolvere la cosa. La legge Mammì (5 agosto) legittima la situazione esistente, obbligando le televisioni a livello nazionale a trasmettere il telegiornale (che prima non c'era), in attesa di una nuova legge che riassegni le frequenze televisive (e che quindi, di fatto, o risolva la questione Rete4 o oscuri le sue frequenze forever and ever).

1991/1992: Non viene risolta la faccenda Rete4, che continua a trasmettere provvisoriamente (modo elegante per dire “abusivamente”).

1993: Geniale legge n. 323: spostato il termine previsto dalla legge Mammì di altri tre anni, Rete4 può trasmettere fino a nuovo decreto. Il motivo di questa decisione è un mistero (mignotte o miliardi, stavolta?).

1994/1996: Non viene risolta la faccenda Rete4, che continua a trasmettere provvisoriamente (modo elegante per dire “abusivamente”). Nel frattempo Berlusconi fonda Forza Italia e entra in politica.

1997: Ora basta, niente più sconti, la legge Maccanico 249 -nell'ambito della riassegnazione delle frequenze- impedisce ad un singolo soggetto di detenere più del 20 per cento delle reti televisive nazionali: questa volta Rete4, se vuole continuare ad esistere, è costretta ad andare sul satellite entro il 2003 (il 2003? e perchè non il 2450?).
Esulta comunque Francesco di Stefano, imprenditore di Europa7, emittente proprietaria (attenzione) delle frequenze sulle quali da vent'anni viene illegalmente trasmessa Rete4.
Nel frattempo, Berlusconi ha il coraggio di trasmettere sulle sue tv decine di spot dove spiega che i comunisti brutti cattivi vogliono zittirlo, alcuni (spot) sono memorabili.


Europa7, la tv che dovrebbe vedersi al posto di Rete4 se vivessimo in un Paese normale.






1998/2001: Non viene risolta la faccenda Rete4, che continua a trasmettere provvisoriamente (modo elegante per dire “abusivamente”).

2002: Si sta avvicinando il momento, tra qualche settimana Rete4 non potrà più trasmettere. Berlusconi, che l'anno prima ha vinto le elezioni, va dal suo ministro delle comunicazioni Gasparri: “Senti merdina, se non muovi il culo e fai qualcosa ti procurerò un sacco di bua, lo sai che quando voglio sono brutto e cattivo”.
Allora il povero Gasparri s'inventa una super futuristica postmoderna legge: siccome ormai la televisione analogica è vecchia, tra un po' si passerà tutti al digitale terrestre coi finanziamenti statali. A cominciare dall'abusiva Rete4, che entro il 2006 si dovrà vedere solo col decoder.
L'Unione Europea si chiede se gli italiani ci facciano o ci siano, e intanto comincia a minacciare di multare il Governo per tutto il travaglio.


Berlusconi applaude Gasparri: "Me cojoni che numero hai fatto sto giro! Non sei mica poi così imbecille come pensavo! Adesso basta che mi spaventi!"


2003/2005: Non viene risolta la faccenda Rete4, che continua a trasmettere provvisoriamente (modo elegante per dire “abusivamente”).

2006: Si sta avvicinando il momento, tra qualche settimana Rete4 non potrà più trasmettere. Berlusconi va dal suo ministro: “Ma sei idiota? Muoviti, stronzetto, fai qualcosa!” e Gasparri promulga la scadenza della sua stessa legge di altri due anni. Entro il 2008, Rete4 sarà sul satellite o sul digitale terrestre.

Io sto scrivendo il 7 maggio 2009, sul mio televisore vedo Rete4, e non ho il decoder. Anche quelli dell'Unione Europea vedono Rete4 senza avere il decoder, e continuano a dire che se la situazione non cambierà entro la fine del 2009 cominceranno a multare retroattivamente (dal 2006, pare) lo Stato italiano per 130 milioni di euro all'anno... circa 400 milioni di euro che ovviamente pagheranno i contribuenti.


Tre conclusioni: il clandestino è brutto solo quando è tunisino; il commerciante abusivo è vergognoso solo quando è marocchino; un paio di mignotte in tacco a spillo possono mandare in vacca tutto un Paese.



Fonti: A. Grasso, "Cos'è la televisione", Garzanti / Peacelink / Wikipedia / Girodivite

giovedì 7 maggio 2009

Libertè, fraternitè, ugualitè


Va a finire che ha ragione Berlusconi. Va a finire che è vero quel che dice Bondi. L'Italia non è un Paese libero. Non più. Non completamente. Va a finire che è vero che la stampa e i giornali sono tutti della sinistra. Che i comunisti occupano con la forza le Università, che i bolscevichi imperversano nella televisione e fanno della “cosa pubblica” il loro bieco interesse mangiabambini e giustizialista. Cazzo. E noi per tutto questo tempo a dire “ma va là, ma non è vero, Berlusconi dice cazzate”. Illusi.

Per fortuna ci pensano gli americani ad aprirci gli occhi: la “Freedom House”, associazione statunitense fondata da Eleanor Roosvelt che si occupa tutti gli anni di monitorare la libertà di stampa nei Paesi di tutto il mondo, ha deciso qualche giorno fa di togliere l'Italia dalla lista dei “Paesi liberi” per retrocederla alla lista dei “Paesi parzialmente liberi”. Dopo, in classifica, c'è la dittatura. Per fortuna arrivano i francesi di Reporters Sans Frontières che ci spronano declassandoci dal 40esimo al 42esimo posto nella classifica dei Paesi liberi, dopo Mali e Ghana. Merda, l'informazione in Italia è in mano alla sinistra.

“l'Italia – spiega Arch Puddington, responsabile della “Freedom House” - è stata declassata in virtù di limitazioni imposte dalla legislazione, per l'aumento delle intimidazioni nei confronti dei giornalisti da parte del crimine organizzato (cioè “comunismo”) e di gruppi di destra (si è sbagliato, voleva dire “sinistra”) e a causa di una preoccupante concentrazione della proprietà dei media (nelle mani del PD, ovvio)”. Insiste Karin Kerleka, ricercatrice americana: “si sono risvegliati i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida (quella di Di Pietro, sicuro), situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati (si è sbagliata anche lei, ha confuso le parole “opposizione” e “premier”, che in inglese evidentemente si somigliano).

Oh grande Bondi, svegliaci e guidaci alla rivoluzione! Libertè!

www.freedomhouse.org
www.rsf.org