I Cinepanettoni, c'è chi li ama e chi li odia. Chi li ama a prescindere non ha capito bene di cosa stiamo parlando, chi li odia a prescindere non ha evidentemente sviluppato un buon senso critico. Aiutiamolo a farlo, con questo percorso doloroso ma breve, come una puntura sulla chiappa.
Al terzo posto sul podio, Natale in India [Parenti, 2003, miglior battuta: Siamo ricchi, anzi ricchissimi, anzi ricchioni!]. E' un film rivoluzionario: per la prima volta dopo anni (il primo natalizio firmato Parenti, Boldi e De Sica risale al '95) gli sceneggiatori cercano (senza riuscire, ma vale il tentativo) di creare un intreccio decente, con capo e coda, non abbandonando ogni personaggio al suo personale delirio di volgarità ma inserendolo all'interno di una trama, per quanto orribile, sensata. Un ingegnere e un giudice per sbaglio scambiano i propri neonati: 15 anni dopo scopriranno la verità.
Al secondo posto Olè [Vanzina, 2006, miglior battuta: Ha visto più piselli lei del minestrone di mia nonna]. Scalzato dal Neri Parenti nella sua specialità, la cagata, Vanzina prova a riprendersi ingaggiando Boldi (dopo il litigio con De Sica), affiancandolo a Vincenzo Salemme e spedendolo in Spagna assieme ad una cernita di effetti speciali di una tristezza infinita, che rendono il tutto grottesco e quindi guardabile (no, non è vero, non guardatelo).
Al primo posto Natale a Miami [Parenti, 2005, miglior battuta: Dai papà togliti quel cappello dalla testa - Perché sembro vecchio? - No, sembri un pirla]. E' un successo epocale, un risultato insperato. La trama, agghiacciante come sempre, fila liscia come l'olio; l'intreccio tra le varie vicende di cui sono protagonisti i singoli personaggi c'è, anzi, si cerca quasi la “sperimentazione” infilando gli uni nella storia degli altri e confondendo lo spettatore su chi sia effettivamente la prima donna. Ma più di ogni altra cosa a stupire è l'affiatamento tra Massimo Ghini (non a caso subentrerà poi a Boldi) e De Sica. Due attori formidabili, che messi l'uno di fronte all'altro rischiano di far sorridere anche un cadavere (con la sola mimica facciale e pochi balbettii, senza pronunciare le parole ca**o, m*rda o te**e). Scusate, ora mi vado a flagellare.
Immagine: Natale a Miami © Filmauro 2005
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