Andrea Camilleri, Il sorriso di Angelica, 2010
Uno va a lavorare e si rincoglionisce davanti al computer. Poi la sera, con gli occhi che piangono per la stanchezza, esce. Torna a casa tardi, barcollando per il sonno, riesce a fatica a mettersi il pigiama e lavarsi i denti, poi si trascina a letto. Accende con uno sforzo sovrumano l'abat-jour. Prende l'ultimo libro di Camilleri. E dopo quattro ore è ancora lì che legge, sveglio come un atleta durante una partita a calcio e attento come un giocatore di carte con la mano vincente. Voglio Camilleri presidente della Repubblica.
Herman Melville, Billy Budd, 1886
Ingenuità, astuzia, innocenza, passione, amore, invidia e antipatia: nel suo ultimo romanzo Melville – prossimo alla morte – si concentra sulla descrizione dell'essere umano e della sua psiche. Lo fa partendo dalla storia personale di Billy Budd, un giovane gabbiere di parrocchetto (marinaio alle manovre sugli alberi) bello quanto ingenuo, candido quanto ignorante, onesto quanto timoroso. Billy è adorato da tutti i suoi compagni di avventura e stimato dai capitani delle due imbarcazioni sulle quali presta servizio. Ma non è tutto oro ciò che luccica, e sarà proprio l'odio represso di un uomo che apparentemente lo ama ad aprirgli le porte dell'inferno. Il perché di questo odio non è dato sapersi. E il tentativo di schematizzare, indicizzare la personalità umana, rende l'uomo ancor più inquietante.
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