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venerdì 26 novembre 2010

Ultime letture: Il sorriso di Angelica (Camilleri), Billy Budd (Melville)

Andrea Camilleri, Il sorriso di Angelica, 2010
Uno va a lavorare e si rincoglionisce davanti al computer. Poi la sera, con gli occhi che piangono per la stanchezza, esce. Torna a casa tardi, barcollando per il sonno, riesce a fatica a mettersi il pigiama e lavarsi i denti, poi si trascina a letto. Accende con uno sforzo sovrumano l'abat-jour. Prende l'ultimo libro di Camilleri. E dopo quattro ore è ancora lì che legge, sveglio come un atleta durante una partita a calcio e attento come un giocatore di carte con la mano vincente. Voglio Camilleri presidente della Repubblica.

Herman Melville, Billy Budd, 1886
Ingenuità, astuzia, innocenza, passione, amore, invidia e antipatia: nel suo ultimo romanzo Melville – prossimo alla morte – si concentra sulla descrizione dell'essere umano e della sua psiche. Lo fa partendo dalla storia personale di Billy Budd, un giovane gabbiere di parrocchetto (marinaio alle manovre sugli alberi) bello quanto ingenuo, candido quanto ignorante, onesto quanto timoroso. Billy è adorato da tutti i suoi compagni di avventura e stimato dai capitani delle due imbarcazioni sulle quali presta servizio. Ma non è tutto oro ciò che luccica, e sarà proprio l'odio represso di un uomo che apparentemente lo ama ad aprirgli le porte dell'inferno. Il perché di questo odio non è dato sapersi. E il tentativo di schematizzare, indicizzare la personalità umana, rende l'uomo ancor più inquietante.

lunedì 11 ottobre 2010

Ultime letture: L'amore non si dice (Vitali), Pochi inutili nascondigli (Faletti)

Massimo Vitali, L'amore non si dice, 2010
Romantico quanto leggero, semplice quanto ironico, questo mancato (purtroppo per il protagonista) scambio epistolare è l'ideale per rilassarsi un po' e fare pace con sè stessi. Un ragazzo di Bologna, che lavora all'assistenza clienti di una grande multinazionale svedese, conosce l'amore della sua vita in piscina, a lezione di nuoto: è la ragazza che lo salva mentre sta affogando. Peccato che a lei, di lui, non interessi proprio niente. Lui comincia a mandarle lettere d'amore, lei lo implora di smetterla, lui continua a scriverle, parlando di tutto - musica jazz, cicale, balconi, parenti - fuorché dei suoi sentimenti. Reggerà?

Giorgio Faletti, Pochi inutili nascondigli, 2008
Sette brevi racconti dove si respira una bella aria pesante e noir, ma rovinati dalla presenza asfissiante e gratuita del fantastico, del misterioso, del metafisico, dell'eccetera. E infatti il più meritevole è il più "normale", ambientato sull'isola d'Elba e popolato di personaggi simpatici ma soprattutto veritieri. Faletti scrive bene (a meno che non sia tutto merito del suo editor), gli rimane da correggere il tiro sull'abuso di paranormale, qui come in altri romanzi: le magie stanno bene nei film hollywoodiani e negli spettacoli d'illusionismo, in libro thriller rischiano di banalizzare la storia e basta.

lunedì 20 settembre 2010

Ultime letture: Maxwell Sim (Coe), I frutti dimenticati (Cavina)

Jonathan Coe, I terribili segreti di Maxwell Sim, 2010
Il depresso Max fa quello che io non avrei mai il coraggio di fare: cambia la vita così, su due piedi, accettando un nuovo lavoro piovuto dal cielo e partendo alla volta del nord della Scozia, per pubblicizzare spazzolini da denti ecologici. Nel viaggio però sbatterà prima in tristi scoperte su di sé e la sua famiglia, poi in qualche bottiglia di whisky. Il personaggio c'è, la storia pure, ed è un mistero come Coe sia riuscito abuttare via un romanzo con tanto potenziale. Ma c'è riuscito, perdendosi verso la fine del tragitto proprio come il suo Max. Lontano anni luce da "La casa del sonno" e "La famiglia Winshaw".

Cristiano Cavina, I frutti dimenticati, 2008
Cavina toglie il tappo e si lascia uscire di bocca la sua vita personale: il padre morente, il figlio nato prematuro, la crisi con la sua ragazza, la sua gioventù a Casola Valsenio e altri fatti suoi. Lo fa con uno stile simpatico e brillante, ma non entusiasmante. Sembra davvero il suo diario segreto, quello che si chiude col lucchetto e si nasconde nel comò. E che forse sarebbe stato meglio mantenere segreto. Ci sono critiche entusiaste di come nel romanzo vengano esaltate favola e poesia dei piccoli paesi della provincia italiana, soprattutto se visti con gli occhi di un bambino: a questo punto, di Cavina, meglio i precedenti.

venerdì 17 settembre 2010

Ultime letture: Acqua in bocca (Camilleri), Cuore di cane (Bulgakov)

Andrea Camilleri/Carlo Lucarelli, Acqua in bocca, 2010
L'ispettore Grazia Negro chiede l'aiuto del commissario Montalbano per un caso di omicidio. Ne nasce uno scambio di lettere e messaggi tra i due da cui il lettore, aiutato anche da fittizi articoli di giornale, riesce a ricostruire e seguire la storia. Un romanzo/giocattolo epistolare per Lucarelli e Camilleri, un loro divertente passatempo (come spiega anche l'editore nella prefazione) senza grandi pretese e che si legge in una sola sera. Particolare.

Michail Afanas'evič Bulgakov, Cuore di cane, 1928
Mosca, 1918. Pallino, un simpatico cane randagio a cui è impossibile non affezionarsi, comincia a trasformarsi in un uomo dopo l'esperimento di un importante medico russo. Esperimento che però non va come previsto... Sarebbe un romanzo fantascientifico, ma le battute pungenti e le situazioni grottesche ne fanno un capolavoro della satira, dove l'autore si diverte a prendere in giro sia la Russia sovietica, sia le nuove manie dei ricchi, perseguitati dal desiderio della gioventù eterna e disposti a qualsiasi cosa per vedere svanire rughe e imperfezioni (sì, nel 1918). Un libro che, secondo me, sembra scritto apposta per diventare la sceneggiatura di un film di Terry Gilliam.

mercoledì 18 agosto 2010

Ultime letture: Firmino (Savage), Notturni (Hoffmann)

Sam Savage, Firmino, 2006
Parte arrancando, il libro Firmino. Che tra un fatto, un evento e l'altro passano una trentina di elucubrazioni del personaggio, di Sam Savage (professore di filosofia) e di nessun altro. Un romanzo dove uno scrittore affida i suoi pensieri a un topo, anche se a nessuno interessano, questi pensieri. Ma poi alla fine parte, ed è una bella discesa verso la solitudine, la malinconia, la tragicità. Firmino non è un topo che legge, come molti recensori lo hanno limitatamente descritto, ma è un topo che vive in un quartiere degradato, che conduce una vita miserevole e insoddisfacente, amico di ubriaconi che "scivolano pian piano verso il nulla". Ne è ben consapevole, in fondo al suo cuoricino, e quindi cerca di godere al meglio delle poche cose belle che si trova davanti: i libri, i sorrisi di Jerry, il pianoforte giocattolo. Non è affatto il capolavoro che mi aspettavo, leggendone le critiche, ma tiene compagnia. C'è chi lo ha trovato un libro "divertente, originale e pieno di umorismo": o ho letto male io, o han letto male loro.

Ernst T.A. Hoffmann, Notturni, 1817
Un venditore di cannocchiali visita un giovane studente universitario per fargli vedere la mercanzia. E' invecchiato e ha cambiato identità ma il ragazzo lo riconosce: è l'uomo accusato dell'omicidio di suo padre, avvenuto in circostanze oscure e misteriose. Comincia così l'inquietante "Sandman", il primo dei Notturni di Hoffmann, brevi racconti a carattere gotico alcuni particolarmente angoscianti (che difatti non trovarono, ai tempi, il favore del pubblico). Per carità, non mancano momenti di "romantica" lentezza, ma un bambino di pochi mesi squarciato in un mare di sangue è un'immagine non facile da trovare, in un romanzo dei primi dell'800...


Altre letture

martedì 6 luglio 2010

Ultime letture: Fava, Connelly

Claudio Fava, La notte in cui Victor non cantò, 1999
Un romanzo/docu-drama angosciante, che fa davvero incazzare. Tra interviste (vere? Inventate? Chi lo capisce?), reportage romanzati e documenti della fondazione Allende, il giornalista Claudio Fava studia i crimini commessi negli ultimi quarant'anni dai militari sudamericani in sei paesi. Gli ottantamila morti della guerra civile in Salvador, combattuta sotto lo slogan “Patria sì comunismo no”, i tremila civili morti in Panama per l'attacco statunitense ma anche per i capricci del generale Noriega, le torture a quelli che poi sarebbero diventati desaparecidos per mano di uomini spietati come “l'angelo biondo della morte” Alfredo Astiz in Argentina, l'uccisione del musicista popolare Victor Jara dopo il golpe di Pinochet. “Che Paese potrà mai essere, un Paese che ammazza i propri poeti?” (Pierpaolo Capovilla).

Michael Connelly, Il Poeta, 1996
Thriller bestseller come ce ne sono tanti. Scritto perfettamente, con dialoghi che suonano falsissimi ma risultano efficaci, marchio di fabbrica di un autore 'pop' che l'ha vista lunga e non vuole perdere tempo ornando dettagli. Un giornalista indaga sul misterioso suicidio del proprio fratello, poliziotto, per poi scoprire che si tratta di omicidio. Vengono allora riaperti altri casi di presunti suicidi tra agenti, tutti avvenuti nella stessa maniera, e l'FBI comincia la caccia all'assassino. Libro che si legge d'un fiato, con una storia che mantiene la tensione sempre alta e un finale che presenta diversi colpi di scena. Interessante anche perché, direttamente o indirettamente, parla del lavoro dei cronisti e del giornalismo “d'assalto” più in generale.


domenica 30 maggio 2010

Ultime letture: Xiaolong, Carlotto

Qiu Xiaolong, La misteriosa morte della compagna Guan, 2002
L'omicidio di una “lavoratrice modello” a Shanghai è solo un pretesto usato dallo scrittore Xiaolong per parlare della società nella Cina comunista dei primi anni Novanta. La Cina delle prevaricazioni di polizia e politica, che noi conosciamo grazie alla cronaca e che sul libro trovano pesanti conferme. In questo finto giallo, senza la minima suspense e dove tutto fila liscio, senza intoppi e colpi di scena, il giovane compagno ispettore Chen conduce un indagine il cui sospettato principale è figlio di un potente quadro del Partito Comunista: se la dovrà vedere non tanto con la ricerca di prove quanto con l'ostilità e la rigidità dei suoi superiori. Ravioli fritti, thè e poesie orientali a go-go. Lentissimo.

Massimo Carlotto, L'amore del bandito, 2009
Prendete un investigatore privato alla Marlowe, cinico e strafottente, e piazzatelo dentro storie di malavita organizzata nel produttivo Nord Est dei giorni nostri: il personaggio di Carlotto, soprannominato l'Alligatore, è fin troppo ben confezionato e adattissimo a un romanzo “di genere” come questo. Cocainomani della Padova bene, poliziotti corrotti, spacciatori marocchini che si lamentano perché il crimine non è più quello di una volta, locali blues in crisi, ex galeotti che per amor della famiglia sono finiti a fare i camerieri, figli di personaggi importanti che si danno alla depravazione perché tanto “i bravi cittadini elettori si accontentano della testa dei clandestini”: un pulp senza sangue, che con tanta amara ironia prova a descrivere anche lo sfacelo della società italiana.

venerdì 26 febbraio 2010

Ultime letture: Coe, Gino & Michele

Jonathan Coe, Questa notte mi ha aperto gli occhi, 1990

Avete più o meno 25 anni e non sapete che ne sarà del vostro futuro? NON leggete questo libro. E' stato redatto da un signore che, alla vostra età, si trovò davanti a un bivio: diventare un noto pianista free jazz o un famoso scrittore. Lui scelse la seconda, ma a voi probabilmente non sarà data nessuna delle due possibilità, e leggendo questo romanzo sarete schiacciati dalla supremazia pop-intellettuale dell'autore. Che disegna benissimo il profilo di un giovane tastierista di belle speranze nella Londra degli anni '80, coinvolto suo malgrado in un omicidio; romanzo romantico e thriller ironico, i cui capitoli sono scanditi dalle canzoni degli Smiths e il cui ordine è disturbato come ne “La casa del sonno”, pieno di flashback su flashback.

Gino & Michele, Neppure un rigo in cronaca, 2000

A Gino e Michele è venuto lo stesso magone che ha colpito Benni: melanconia e nostalgia dei tempi andati, che non erano “migliori” dal punto di vista economico ma di sicuro lo erano in termini di rapporti umani. In questa sorta di thriller comico disegnano la Milano che videro da bambini, negli anni '50, con l'uomo che vendeva il ghiaccio (perché nessuno aveva i frigo), il ricco con la Fiat Cinquecento (perché pochi avevano l'auto), il maestro che organizzava tornei di tappi di bottiglia nel parchetto (perché i bambini mica avevano la Playstation), il bar con il televisore dove tutti si riunivano. E poi la torre Velasca, luogo di corruzione politica e insieme simbolo del boom economico italiano, il quale porterà i freezer nelle case togliendo però calore alle persone (voilà).

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mercoledì 17 febbraio 2010

Ultime letture: Polidori, Asimov

John Polidori, Il Vampiro, 1819
Ormai abituati agli emo-vampiri pettinati alla moda di Twilight, andarsi a rileggere uno dei primi racconti a tema della storia della letteratura risulta ancora più interessante. Nel breve libro di Polidori, medico personale di Lord Byron, il vampiro è un signore facoltoso quanto misterioso (come successivamente nel Dracula di Bram Stoker), che sembra portare disgrazia a ogni persona con la quale si relaziona. Gira per il mondo con un sorriso maligno, scommette con i poveri derubandoli di tutto, plagia le giovani ragazze e mette loro in testa strane idee, ma rispetta i ricchi avidi. Un Robin Hood al contrario, se volete, stronzo e spietato. Il fatto che succhi il sangue alle vergini è un dettaglio.

Isaac Asimov, Cronache della Galassia, 1951
E se esistesse una scienza in grado, grazie al calcolo delle probabilità degli eventi, di prevedere il futuro? Asimov, in questo romanzo ambientato nello spazio tra 10 mila anni, descrive crisi e resurrezione dell'Impero Galattico, avvenute sotto la guida del misterioso psicostoriografo Hari Seldon, capace di guidare gli uomini per secoli grazie alle sue massime registrate in un video. Peccato per la “ricostruzione” geografica dei pianeti, praticamente tutti uguali e somiglianti alla Terra, esseri viventi e società compresi (il che fa del romanzo più una “trasposizione nel futuro” della storia dell'umanità e delle varie civiltà che una vera e propria storia di fantascienza), ma il plot è affascinante. Primo capitolo della “Saga della Fondazione”.

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martedì 2 febbraio 2010

Ultime letture: Coe, Giordano

Jonathan Coe, La pioggia prima che cada, 2007
Un'anziana signora, Rosamond, prima di morire registra una serie di cassette nelle quali descrive minuziosamente una ventina di foto. Una foto per ogni momento importante della sua vita, per la precisione. Le cassette sono destinate a una ragazza non vedente di nome Imogen, e sarà compito della nipote della signora, Gill, recapitarle all'interessata. Solo che Imogen non si trova da nessuna parte, come scomparsa: Gill e le sue figlie cercheranno, ascoltando le cassette, indizi e aiuti. Il "manuale della perfetta descrizione", mi verrebbe da dire: immagini, paesaggi, case, profumi, abiti, abitudini di un tempo lasciano pochissimo spazio allo sviluppo della storia, facendo dei ricordi e di brevi momenti vissuti i veri protagonisti della vicenda - come d'altronde avviene nelle foto. Se siete ignoranti e impazienti come me, alla lunga vi annoierà.

Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi, 2008
Un romanzo di formazione: Alice e Mattia da piccoli sono rimasti traumatizzati da due terribili eventi - lei ha rischiato di morire in un incidente con gli sci, lui è colpevole della scomparsa della sorellina - e cresceranno con evidenti turbe psicofisiche - lei anoressica e incapace di amare, lui apatico e autolesionista. Lui la vorrebbe, vorrebbe passare la vita con lei, ma sa che sono come due numeri primi: vicini e senza la possibilità di toccarsi (11 e 13, 17 e 19 etc.), con qualcosa, nel mezzo, che impedirà sempre loro di unirsi nonostante i numerosi tentativi nell'arco di vent'anni. Non è un capolavoro, ma l'opera prima ben riuscita di un ragazzo che quando lo ha scritto aveva la mia età di adesso: Paolo Giordano ha tutta la mia invidia.

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domenica 31 gennaio 2010

Ultime letture: Bukowski, Tabucchi

Charles Bukowski, Musica per organi caldi, 1983
Bukowski esprime tutto il suo cinismo e sarcasmo in questa trentina di brevi racconti che hanno come filo conduttore il sesso, la poesia, il sesso, la vita incasinata e instabile degli scrittori, le doposbronze, il sesso, le scommesse all'ippodromo, la solitudine, il sesso. Provocatorio, a tratti divertenti e a tratti disgustoso. Molti racconti sono autobiografici: il protagonista è spesso Henry Chinaski, poeta e autore di romanzi misantropo, alcoolizzato, asociale, che passa da una donna all'altra e che partecipa, per lavoro o "perché fa parte dell'ambiente", a noiosi reading pseudo-intellettuali ("Victor in realtà non diceva niente, solo che lo diceva a voce alta"). Non a caso considerato l'alter ego di Bukowski.

Antonio Tabucchi, Il filo dell'orizzonte, 1986
Spino è un uomo di mezz'età calmo, tranquillo, amante del cinema d'essai e fidanzato con una ragazza che vorrebbe dargli una svegliata e portarlo in giro per il mondo, invano. E' riflessivo, e forse troppo: quando una sera all'obitorio in cui lavora arriva il cadavere di un ventenne, sparato, di cui nessuno conosce l'identità, Spino sente il dovere morale di indagare sulla vita del disgraziato, finendo col girovagare per le vie della città in preda a pensieri sull'esistenza e sui massimi sistemi, inseguendo una verità che invece si sposta sempre come se fosse il filo dell'orizzonte (alè). Non è affatto un giallo (nonostante le apparenze) e, devo ammetterlo, non l'ho capito.

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lunedì 4 gennaio 2010

Ultime letture: Larsson, Scerbanenco

Asa Larsson, Il sangue versato, 2004
Finale drammatico per un giallo tutto nordico: pieno di pause e riflessioni a primo acchito fuori luogo. Nella piccola città di Poikkijarvi, sulle rive del fiume Tornealven, tra un flashback e l'altro vengono uccisi due preti; suo malgrado, l'avvocatessa Rebecka Martinsson viene coinvolta nelle indagini da due poliziotti. Sullo sfondo, la storia parallela (bella, forse un po' azzardata) di una lupa cacciata via dal suo branco. Un po' di cose non mi sono chiare, peccato. Perchè Lisa compie quell'ultimo terribile gesto? E che fine ha fatto il piccolo gatto Manne?

Giorgio Scerbanenco, I ragazzi del massacro, Garzanti, 1968
Nella Milano degli anni sessanta (che assomiglia all'India di “The Millionaire”) un gruppo di studenti uccide la maestra in classe, al termine di una lezione. Indaga Duca Lamberti, ex medico finito in galera per aver praticato l'eutanasia e poi passato alla Polizia, convinto che i ragazzi abbiano agito per conto di qualcun altro. Incredibile ritratto dell'Italia di cinquanta anni fa, quando i gay ("invertiti" all'epoca) erano trattati esattamente come criminali e appestati solo per il loro orientamento sessuale, quando i ragazzi poveri non potevano permettersi la doccia ed erano pieni di pulci e cimici, quando la produttiva e ricca capitale lombarda somigliava più a una trafficata baraccopoli.

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sabato 19 dicembre 2009

Ultime letture: Coe, Tabucchi

Coe J., La casa del sonno, 1997
Un critico cinematografico che non dorme da mesi va nella clinica di un famoso “dottore del sonno”, clinica che si trova proprio nello stabile dove quindici anni prima aveva fatto l'università. E qui, tra un ricordo e l'altro, riprende i contatti, volente o nolente, con i vecchi compagni di studio. Bellissimo romanzo intenso, riflessivo, malinconico, ricco di ironia e suspense, formato da diverse storie che si intrecciano tra loro, con capitoli pari dedicati al presente e capitoli dispari lasciati a flashback e ricordi. Efficace stratagemma che invoglia a non fermarsi mai. Epica la scena del “seminario” per medici.

Tabucchi A., La testa perduta di Damasceno Monteiro, Feltrinelli, 1997
In un bosco portoghese viene ritrovato un cadavere senza testa. Comincia così il thriller “atipico” di Tabucchi: atipico perchè l'indagine è scarsa, la vicenda è poco approfondita, l'adrenalina è versata col contagocce (basti pensare a tutto il tempo che il giornalista protagonista passa mangiando e visitando la città di Oporto anziché dedicarsi al caso, che considera praticamente mero lavoro). In realtà l'omicidio è un pretesto per parlare del Portogallo, delle prevaricazioni della Polizia, di filosofia del diritto e filosofia in generale: Mario Rossi, Freud, György Lukács, Lotman, Hans Kelsen, Holderlin, sono citati molti più letterati che presunti assassini. Splendido l'incipit.

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lunedì 14 dicembre 2009

Ultime letture: Skàrmeta, Haddon, Chandler

Skàrmeta A., Non è successo niente, 1980
Essere un adolescente cileno a Milano. Nel 1973 Lucas, dopo il golpe di Pinochet, si trasferisce col padre attivista politico in Europa. Qui flirta con le compagne di classe, trova la sua prima vera ragazza, fa a botte con coetanei (ne manda uno all'ospedale), conosce altri ragazzi in esilio, ha una serie di avventure più o meno piacevoli in giro per il capoluogo lombardo. Ma soprattutto partecipa a cortei antifascisti e manifestazioni politiche a tutto busso, dove amici e nemici si ritrovano a cantare le canzoni degli Inti-Illimani. Non so (per motivi geo-anagrafici) se Milano nel 1973 fosse davvero così bella e “attiva” politicamente, ma oggi non lo è di sicuro. Nessuna città italiana, temo.

Chandler R., Il grande sonno, 1939
Humphrey Bogart – scusate – Philip Marlowe è un investigatore privato solitario, cupo, burbero ma allo stesso tempo ironico e spiritoso, che si ritrova a sbrogliare un complicatissimo caso che vede coinvolte le due figlie di un vecchio generale. Una storia di pornografia, bische clandestine e omicidi nella Los Angeles degli anni trenta. Un po' troppi personaggi e un po' troppi misteri risolti frettolosamente, per i miei gusti: ma è un giallo “pulp” del '39 che ha fatto storia (grazie al detective “hard boiled”). A rimanermi maggiormente impressi sono stati appunto la figura di Marlowe e lo stile colloquiale e realistico.

Haddon M., Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, 2003
L'inglese Mark Haddon si cala (benissimo) nella testa di Christopher, un quindicenne autistico (sindrome di Asperger) che una notte trova il cagnolino della vicina brutalmente ucciso. Questo fatto farà scattare in lui la voglia di indagare, nonostante il divieto del padre e il disinteresse generale degli abitanti del quartiere. Comincia così il suo particolare viaggio: particolare perchè lui non sopporta di essere toccato, odia il giallo e il marrone, non comprende le espressioni del viso umano, non sopporta che due alimenti diversi vengano in contatto, e per lui ogni cosa segue una logica matematica. E nonostante ciò il lettore riesce ad appassionarsi alla vicenda ed “entrare” nel personaggio: è questo il vero capolavoro.

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giovedì 3 dicembre 2009

Ultime letture: Tabucchi, Baricco

Baricco A., Emmaus, Feltrinelli, 2009
E Baricco ha scritto un altro romanzo che mi son letto tutto d'un fiato. In una notte. Oddio, storia un po' troppo semplice, forzatamente tragica, piena di riflessioni bibliche ed elucubrazioni sulle beatitudini evangeliche che ho fatto davvero fatica a capire (e magari non ho capito) da ateo e religiosamente ignorante quale sono. A me quello che piace di Baricco è come scrive. Come, con leggerezza, con tre battute, riesce a farti immaginare nuove situazioni da una parte, e riesce a far riaffiorare i ricordi dall'altra. Mi riconosco nei ragazzi – pensando assieme a loro ai miei sedici/diciassette anni, anche se avrei ben poco da spartire con la loro vita – e “faccio mia” la storia – anche se non ho mai visto una band parrocchiale, o un amico drogarsi davanti ai miei occhi, o una tale divisione tra famiglie normali e famiglie benestanti – come fosse la mia autobiografia. Mah, magia.

Tabucchi A., Requiem, 1991
Uno legge e pensa: ma è un sogno? Un'allucinazione? La sceneggiatura del più complesso film di Lynch? Il diario redatto da un pazzo portoghese rinchiuso in una clinica con un foglio e una penna? Una seduta di psicanalisi! Tutto, forse. Requiem è un viaggio, anzi una gita a Lisbona, dove il protagonista, in uno stato a metà tra coscienza e incoscienza e sudando per tutto il libro, incontra svariati personaggi – più o meno strani, più o meno vivi – che lo aiutano a fare il punto sulla propria esistenza. Andare a comprare una Polo al mercato e disquisire del famoso logo coccodrillo con una vecchia zingara per poi andare a pranzo col fantasma di un amico e farsi spiegare minuziosamente la ricetta del “sarraboulho à moda do douro” dalla cuoca. Ecco Requiem. Particolare, allucinato, delizioso.

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sabato 14 novembre 2009

Ultime letture: Tabucchi, Scott, James

James H., Professor Fargo, 1874
Un vecchio e poverissimo scienziato è costretto a lavorare nello spettacolo itinerante del professor Fargo, un cialtrone esperto in trucchetti di magia e illusionismo. Insieme girano col carrozzone per le città del Nord America, senza grossa fortuna. Il vecchio odia Fargo con tutto se stesso, e un giorno, in un albergo di P***, trova il coraggio di dirglielo in faccia. Il professor Fargo, offeso, si vendicherà a suo modo... Breve romanzo dove paradossalmente, vista la storia, non si parla mai né di scienza né tanto meno di magia: Henry James utilizza la strana situazione esclusivamente per fare il ritratto psicologico dei due protagonisti, il vecchio e triste uomo onesto contro l'inquietante e furbo professore senza scrupoli.

Scott W., Il racconto dello specchio misterioso, 1828
Un nobile scozzese pieno di debiti scappa in guerra, lasciando sola la moglie. Questa, non ricevendo più notizie dal marito, visita con la sorella un misterioso mago italiano, che grazie a un particolare specchio è in grado di farle vedere quel che sta succedendo all'amato disperso... cosa che ovviamente la farà star male. Ambienti sinistri, prodigiose magie, antri oscuri rimandano alla letteratura gotica ma, per quel che mi riguarda, ci ho visto anche una grande critica alla società nobiliare, irresponsabile, profittatrice e senza vergogna, e al nuovo capitalismo, con filippiche nel preludio sui floridi campi e boschi distrutti per far posto all'edilizia selvaggia.

Tabucchi A., Sostiene Pereira, Feltrinelli, 1994
Nel 1938 in Spagna imperversa la guerra civile, e anche in Portogallo la situazione politica si fa pesante. Pereira è un vecchio giornalista di cultura, che per caso viene a conoscere due repubblicani giunti a Lisbona per reclutare volontari. Pereira non si interessa di politica e preferirebbe starne fuori, ma un po' mosso da compassione per i due ragazzi, che tratta come suoi figli, un po' per voler dare una svolta alla sua noiosa vita da vedovo, un po' perché (in fondo) antifascista, si farà coinvolgere poco a poco fino all'attacco finale al neonato regime attraverso il suo giornale. Splendido quanto particolare romanzo: quella che leggiamo è la deposizione, o confessione di Pereira, rilasciata a non si sa chi. Le parole “Sostiene Pereira” vengono ripetute in maniera assillante, eppure, anche con questa fredda e distaccata descrizione dei fatti (quasi come in un verbale), riusciamo ad affezionarci tantissimo al gentile, premuroso e infelice giornalista. Capolavoro da bere in un sol sorso.

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sabato 7 novembre 2009

Ultime letture: Benni, Klapka Jerome, Moore


Benni S., Pane e tempesta, Feltrinelli, 2009
Dopo il capolavoro “La grammatica di Dio”, Benni torna con un'altra raccolta di storie, che questa volta hanno come filo il paese di Montelfo, sulle colline bolognesi. Qui si intrecciano le vicende del bar Sport, del nonno, degli gnomi, della piazza, dei ragazzi che giocano a biglie, del cane più intelligente del mondo eccetera, e mentre i protagonisti raccontano con malinconia i tempi andati, sullo sfondo le ruspe del progresso scavano e abbattono alberi del bosco per far posto a strade e centri commerciali (come già in “Saltatempo”). Per me è la conferma che, con la vecchiaia, a Stefano Benni piaccia sempre meno parlare di cose fantastiche e sempre più di morte, distruzione e di “bei vecchi tempi”, con amarissima ironia. Molto meglio il libro precedente.

Moore C., Il vangelo secondo Biff, Ellint, 2002
Un'idea affascinante (far raccontare la vita di Gesù da un suo stretto amico) per un libro irriverente (la storia di Gesù diventa un fantasy pieno di maghi, situazioni assurde, sesso) ricco di azione, suspense, nozioni bibliche e storiche, a tratti divertente e a tratti commovente. Peccato per la stesura, frettolosa e poco approfondita, zeppa di dialoghi o troppo lunghi o inconsistenti, spesso inutili o deleteri al fine della comprensione della situazione. Se si fosse preso più tempo Christopher Moore avrebbe sfiorato il colpaccio, invece rimangono tantissime buone idee mal riportate. E continuo a non aver capito che razza di nome sia, Biff...

Klapka Jerome J., Storie di fantasmi per il dopocena, pubblicato postumo nel 1985
Lo strepitoso Klapka Jerome continua a stupirmi sottolineando l'imbecillità umana con questo romanzetto sui fantasmi, ma soprattutto su chi li vede. Dopo una cena natalizia, i commensali cominciano a narrare le proprie esperienze con gli spiriti, come da tradizione; solo che c'è chi è ubriaco e fa confusione, chi non si ricorda un pezzo di storia, chi si confonde e chi viene sbugiardato dagli altri: le storie di paura e terrore diventano inconcludenti barzellette, trampolino sfruttato dal dissacrante Jerome per prendere in giro, con tanta autoironia, il popolo inglese e le sue tradizioni.

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giovedì 10 settembre 2009

In psicanalisi con Bukowski

"Qualche volta non si riusciva a riposare neppure quando si dormiva. Nell'ultimo sogno che avevo fatto ero disteso sotto un elefante, non riuscivo a muovermi e lui stava mollando uno degli stronzi più grandi che avete mai visto, stava proprio per cadere quando il mio gatto, Hamburger, mi aveva camminato sulla testa e mi ero svegliato. Se raccontate un sogno simile a uno strizzacervelli lui ne cava fuori qualcosa di terribile. Dato che lo pagate troppo, vuole assicurarsi che vi sentiate male. Vi dirà che lo stronzo è un pene e che voi ne avete paura o lo desiderate, qualche cavolata del genere. Quello che intende davvero è che lui ha paura del pene, o lo desidera".

(C. Bukowski, Pulp, Feltrinelli)

domenica 8 febbraio 2009

L'elogio della pirateria


“Certo all’autore di un’opera letteraria, di una musica o di un film non piace che qualcuno la scarichi da internet senza pagare una lira… però dobbiamo entrare nell’ordine di idee che questi nuovi strumenti cambiano anche il modo in cui si è remunerati per questo tipo di attività”
Stefano Rodotà, garante privacy, 2005

“Cos’è la pirateria? E’ quello che fa chi ruba il lavoro di un artista senza la minima intenzione di pagare per quel lavoro. Non mi riferisco a programmi come Napster, ma alle grandi etichette discografiche”
Curtney Love

E lo sapevate che sarebbe vietato cantare in pubblico “Tanti auguri a te e la torta a me”? Sì, perchè la canzone in questione è di proprietà della Warner fino al 2030, nonostante la vera autrice sia morta da 60 anni.

E lo sapevate che un programmatore guadagna il 6% del ricavato della vendita del suo programma, e il resto va all’azienda che ne detiene (e ne vuole difendere) i diritti?

E che la tanto amata e rispettata Apple è così stronza e fascista da investire in campagne pubblicitarie dove cerca di convincere i benpensanti che i ragazzini che scaricano musica dovrebbero finire in galera senza appello?

Questo e tanto, tanto altro nel libro “Elogio della pirateria”, di Carlo Gubitosa, edito da Terre di Mezzo, 2005.

Dove si trova? Che domande, su eMule!!! (O qui, se non ce l’avete)

Un doveroso avvertimento: a me, dopo averlo letto, era venuta la gran voglia di installare Ubuntu in ogni pc che mi passava sotto il naso...