sabato 7 novembre 2009

Ultime letture: Benni, Klapka Jerome, Moore


Benni S., Pane e tempesta, Feltrinelli, 2009
Dopo il capolavoro “La grammatica di Dio”, Benni torna con un'altra raccolta di storie, che questa volta hanno come filo il paese di Montelfo, sulle colline bolognesi. Qui si intrecciano le vicende del bar Sport, del nonno, degli gnomi, della piazza, dei ragazzi che giocano a biglie, del cane più intelligente del mondo eccetera, e mentre i protagonisti raccontano con malinconia i tempi andati, sullo sfondo le ruspe del progresso scavano e abbattono alberi del bosco per far posto a strade e centri commerciali (come già in “Saltatempo”). Per me è la conferma che, con la vecchiaia, a Stefano Benni piaccia sempre meno parlare di cose fantastiche e sempre più di morte, distruzione e di “bei vecchi tempi”, con amarissima ironia. Molto meglio il libro precedente.

Moore C., Il vangelo secondo Biff, Ellint, 2002
Un'idea affascinante (far raccontare la vita di Gesù da un suo stretto amico) per un libro irriverente (la storia di Gesù diventa un fantasy pieno di maghi, situazioni assurde, sesso) ricco di azione, suspense, nozioni bibliche e storiche, a tratti divertente e a tratti commovente. Peccato per la stesura, frettolosa e poco approfondita, zeppa di dialoghi o troppo lunghi o inconsistenti, spesso inutili o deleteri al fine della comprensione della situazione. Se si fosse preso più tempo Christopher Moore avrebbe sfiorato il colpaccio, invece rimangono tantissime buone idee mal riportate. E continuo a non aver capito che razza di nome sia, Biff...

Klapka Jerome J., Storie di fantasmi per il dopocena, pubblicato postumo nel 1985
Lo strepitoso Klapka Jerome continua a stupirmi sottolineando l'imbecillità umana con questo romanzetto sui fantasmi, ma soprattutto su chi li vede. Dopo una cena natalizia, i commensali cominciano a narrare le proprie esperienze con gli spiriti, come da tradizione; solo che c'è chi è ubriaco e fa confusione, chi non si ricorda un pezzo di storia, chi si confonde e chi viene sbugiardato dagli altri: le storie di paura e terrore diventano inconcludenti barzellette, trampolino sfruttato dal dissacrante Jerome per prendere in giro, con tanta autoironia, il popolo inglese e le sue tradizioni.

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