giovedì 25 giugno 2009

Insisto.



Insisto perchè la gente capisca che l’utilizzo di software proprietari costa alla collettività come mille ponti sullo stretto. Insisto perchè la gente comprenda che nell’amministrazione pubblica (scuole, uffici pubblici) ogni computer può arrivare a costare 100 euro all’anno. Per scriverci un documento e controllare le e-mail, mica per farci gli effetti speciali di un film.

Insisto perchè se è vero che la Provincia di Bolzano (che è grande come uno sputo) risparmia oltre un milione di euro all’anno da quando è passata a Open Office, immaginatevi cosa potrebbe accadere se tutte le Province italiane lo facessero. E poi tutti i Comuni, e poi tutte le Regioni. Immaginatevi se passassero anche a Linux, oltre che a Open Office.

Insisto perchè ormai i programmi open source sono affidabili quasi come i proprietari, solo meno famosi. Certo, in un’Italia dove i ricercatori non arrivano alla fine del mese e Corona fa i milioni, si capisce come la gente preferisca l’apparenza alla praticità. Ma io insisto, mi sentirei una merda a non farlo.

I Comuni per sopravvivere tassano e fanno multe sempre più spesso, mentre potrebbero guadagnare un capitale nell’arco di una giornata passando all’open source. Insisto perchè l’ignoranza ci penalizza tutti.


(Che mondo sarebbe senza Report?)

martedì 23 giugno 2009

La signora Fleccer in: "Bevande"

Era una mattina uggiosa e fredda. Una tipica mattina autunnale di Londra. La signora Fleccer si recò in Rue de la Métaphisique, dove era stato commesso un terribile delitto. Passò sotto i sigilli della Polizia ed entrò nell'appartamento. L'appartamento era piccolo ma grazioso, e il salotto era arredato con arazzi, oggetti orientali ed eleganti tappeti: sembrava la casa di un sultano arabo. Sul tappeto persiano c'era un corpo umano con una teiera di porcellana al posto della testa. L'uomo aveva un elegante vestito gessato e una camicia bianca, aperta sul petto.
“Lo hanno decapitato e poi gli hanno incollato una teiera con l'attack alla base del collo”
La signora Fleccer si voltò di scatto. A parlare era stato il Commissario Paracarri. Lui le appoggiò una mano sulla spalla.
“E' una cosa orribile...”
“Già, signora Fleccer, orribile e disumana, davvero.”
Accanto al corpo c'erano tracce di sangue, ormai raggrumato, e tracce più scure. Chiazze sparse, nessun altro indizio.
“Uhm, Commissario, dov'è la cucina?” chiese la signora Fleccer.
“Prego, l'accompagno” rispose gentile il Commissario, e mettendole una mano sul fianco l'accompagnò verso una porta aperta.

In cucina c'erano cinque poliziotti armati di guanti e luci intenti a prendere impronte e cercare tracce. La stanza era abbastanza in ordine, eccezion fatta per alcune vettovaglie sul tavolo e a fianco del lavello. Sul pavimento, nessun segno.
“Il colpevole è in questa stanza!” Urlò ad un certo punto la signora Fleccer. I poliziotti e il Commissario Paracarri si voltarono verso di lei e la guardarono attoniti e a bocca aperta.
“Già, proprio così, in questa stanza!” disse ancora guardando il tavolo da pranzo.
I poliziotti e il Commissario guardarono il tavolo, occhi sgranati e increduli. Sul tavolo erano appoggiate una tovaglia piegata e fresca di bucato, tre piatti fondi e puliti impilati uno sopra l'altro, e una vecchia caffettiera di metallo.
“L'assassino è la caffettiera!” Urlò la signora Fleccer, e i poliziotti tornarono a guardarla davvero contraddetti.
Attimi di silenzio. Il Commissario, guardando misericordioso la Fleccer, le stava per mettere una mano sulla spalla quando lei sorrise.
“Smettila di fingere, caffettiera!”.
Ma la moka se ne stava lì, immobile, fredda, come solo una moka sa fare.
Altri attimi di silenzio. In sottofondo, i flash dei fotografi in salotto. Sul tavolo, una piccola chiazza rossa più chiara e una più scura.
“E va bene, mi hai scoperto vecchia baldracca!” urlò improvvisamente la caffettiera, tanto che i poliziotti fecero un salto di spavento. “Si si si, sono stata io! Siate tutti maledetti! Non ce la facevo più! Ci siamo sempre amati io e lui, facevamo il caffè con passione ovunque, in cucina, sul divano, in bagno! Sempre insieme per venti lunghi anni! Poi è arrivata quella stronza della Maria JulesPainter che gli ha regalato una confezione di thè ai frutti rossi per Natale! E per me è stata la fine!”
La signora Fleccer guardava la povera moka con compassione.
“Ha cominciato a fare il thè con la teiera, non finiva più! Thè al mattino, thè alle cinque, thè alla sera! Stupidi frutti rossi! E io nel cassetto ad arrugginire, a vedere sprecati i migliori anni della mia vita con cuore infranto! Volevano stare insieme? E adesso ci staranno per sempre, quello stronzo e quella troia della teiera! Ahahahahah!”
La caffettiera si mise a ridere, come fosse posseduta. I poliziotti la bloccarono.

Dieci minuti dopo la signora Fleccer guardava fuori dalla finestra della cucina. Sulla strada due agenti stavano trascinando la caffettiera verso una macchina della Polizia. La moka ora piangeva disperata. Le nuvole si erano fatte ancora più cupe.
“Sei la numero uno, signora Fleccer!” le disse lo spremiagrumi al suo fianco facendole l'occhiolino.


sabato 20 giugno 2009

No, No, Sì

Mi ci è voluto un po’ per capire di che cosa trattasse il referendum del 21 giugno. Tuttora ho molti dubbi, ma dato che non mi asterrei manco con un fucile puntato addosso (scenario non così fantasioso, visto l’andazzo) ho optato per il no, no, sì. Cioè, molto in sintesi:


I quesiti 1 e 2 propongono di annullare il premio di maggioranza anche agli alleati della coalizione. Ovvero: oggi come oggi il partito più importante è il Pdl, e siccome il Pdl è alleato con la Lega la Lega ha gli stessi benefici (nel senso che alle elezioni ottiene un numero variabile in più di seggi, perchè con questo sistema, definito dal suo creatore Calderoli una "porcata", chi vince prende più seggi a prescindere dal numero di elettori).

Questo fa si che la Lega, che alle ultime elezioni ha ottenuto circa il 10% (non è mica poi così tanto), tenga sotto controllo tutto il Governo: se domani Bossi se ne andasse, il Governo Berlusconi crollerebbe. Da qui i numerosi favori concessi alla Lega dai politici del Pdl per tenerli buoni.

Se invece domani e domenica vincessero i “sì”, il premio di maggioranza andrebbe solo alla principale lista politica eletta e non agli alleati: la Lega (come l’Italia dei Valori) avrebbe molto meno peso politico, garantendo una maggiore governabilità.


E allora perchè voto “no”? Fondamentalmente perchè né Pdl né PD stanno, a mio parere, facendo un buon lavoro: il partito di Berlusconi è un’azienda che si regge su mignotte e malaffari, cosa che urta alquanto la mia sensibilità, senza considerare che Berlusconi è in politica da vent’anni e in vent’anni ha fatto solo dei disastri dimostrando in ogni caso di non essere un buon politico. Dall’altra parte, il PD è alla deriva e non è certo in grado di governare da solo l’intero Paese (non lo penso solo io, viste le ultime elezioni). Quindi perchè garantire loro il premio di maggioranza?


Poi la Lega, per quanto partito ignorante per eccellenza, ha sempre più votanti dalla sua, mentre l’Italia dei Valori sta facendo un buon lavoro di opposizione (essere giustizialisti non è un peccato mortale, a differenza di quanto si sente detto in giro): penalizzarli per legge per poi vedermi ministro la Brambilla non mi sembra proprio un successone.


Qualcuno potrà dirmi: “Ma se vincono i ci sarà una svolta! Il bipartitismo all’americana, alla spagnola! Maggiore governabilità!” A costoro ricordo che non siamo né in America (dove pure hanno i loro grossi problemi) né in Spagna: siamo in Italia, Paese che tra Obama e Valeria Marini alle urne voterebbe in massa la seconda. Governabilità? Non siamo pronti, ancora no.


Poi il terzo quesito, questo è facile. Votare “sì” vuol dire impedire una brutta abitudine particolarmente abusata: quella di singoli soggetti, solitamente i leader di partito, di presentarsi in più circoscrizioni per far letteralmente man bassa di voti. In pratica: mister X si presenta in più circoscrizioni, e visto che è famoso viene eletto in 6; siccome non è ancora possibile clonare la gente il suo partito deciderà chi viene eletto in Parlamento al suo posto. Con la vittoria dei sì verrà insomma assestato un duro colpo alla nomina dei parlamentari da parte delle Segreterie di partito.


Mi raccomando, andate a votare. Siete per il no? Siete per il sì? Cazzi vostri. L’importante è che andiate a votare: è il vostro diritto, ed è tanto prezioso quanto il vostro cervello.


lunedì 15 giugno 2009

Divergenze d'opinione

"Potremo vincere le sfide del nostro tempo solo se comprenderemo che abbiamo origini diverse ma le stesse speranze"
Barack Obama, parlando di popoli.

"Dovunque personaggi non integrati semplicemente perché non integrabili, hanno trovato nel nostro territorio e, purtroppo, anche in Padania facile accoglienza, ottusa tolleranza, favoritismi politico-sociali d'ogni genere. È ora di finirla. Vogliono l'8 per mille? Noi ai clandestini bastardi gli diamo il mille per mille di calci in culo!"
Mario Borghezio, parlando di popoli.

sabato 13 giugno 2009

Tira più un pelo di bue

Maria Stella Gelmini ha annunciato che nella nuova riforma della scuola verranno tagliate moltissime ore di lezione, al Liceo Classico soprattutto per quanto riguarda le lingue antiche (e chi le studierà più?).


In seguito alla legge del Governo Berlusconi sulla sicurezza, tra qualche giorno verranno presentate a Milano le Ronde Nere, gruppi di volontari della Guardia Nazionale che si impegnano a bastonare cittadini extracomunitari e bandire riviste e pubblicazioni inadatte e sovversive (era ora, basta pornografia comunista) a nome del nostro Governo.


In tutto il mondo scandalo per le 5000 (si 5mila, non 5 come è stato detto nei tg italiani) foto che ritraggono Berlusconi tra orge e cocaparty pagati dallo Stato. Topolanek, ritratto nudo a Villa Certosa insieme a una dolce topmodel diplomatica, rischia dimissioni e linciaggio in patria. Da noi Berlusconi stravince le elezioni europee.


E allora? Che c’è di strano? Ricordando che per i gay tira più un pelo di bue che un carro di figa tutto, a questo mondo, è relativo, e per alcuni meglio essere governati da papponi mafiosi ladri fascisti che da gentaglia amica degli extracomunitari che lavorano onestamente.


(nella foto, un incontro diplomatico a casa Berlusconi)

giovedì 11 giugno 2009

Il software libero è di sinistra?


Che il software libero possa far risparmiare allo Stato milioni di euro l'anno è un fatto noto.

Che il software libero (vedi Open Office) sia ormai affidabile e professionale è un fatto noto.

Che la politica italiana snobbi generalmente questa favolosa opportunità è un fatto arcinoto.

Ma ci sarà pure qualche sant'uomo candidato che sappia usare il computer in Italia! E che nel suo programma elettorale abbia la voce "risparmiare milioni di euro negli uffici pubblici eliminando i contratti con Microsoft"! Ci sarà pure!

Caro Candidato è un sito che raggruppa e promuove i politici (di qualsiasi genere e parte) che nei loro programmi sostengono il software libero. Grandiosa iniziativa partita da associazioni come l'Italian Linux Society che, a mio modesto e critico parere, da questo punto di vista hanno sempre fatto troppo poco. Perché molti di quelli che si occupano di politica non sono esperti di informatica, e quindi cercare di spiegare loro cos'è un kernel o come funziona Gnu è una perdita di tempo; meglio arrivare subito al sodo dicendo che con l'open source si risparmiano soldi e si prendono consensi. Ma non è questo il punto.

Il punto è che tra le migliaia di più o meno giovani politici sostenitori del software libero che abbiamo in Italia, trovarne uno di destra è un grandissimo casino. La maggior parte appartengono all'Italia dei Valori, al secondo posto si piazza il Partito Democratico, e dietro Radicali, Sinistra e Libertà, Rifondazione, Verdi, Lista Anticapitalista (?). In Veneto come in Piemonte. L'unico che son riuscito a trovare più a destra di Di Pietro è un signore di Milano della neonata lista Nord Destra, che tra l'altro non sostiene il PdL.

Indagate pure, tanto io spero di sbagliarmi: se il partito di Berlusconi e la Lega non hanno idea di cosa sia l'open source (o peggio remano contro, come mi verrebbe da pensare), nessuno di noi ha nulla da guadagnarci. "Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico" (Kafka).



vota per il software libero! (banner)


mercoledì 3 giugno 2009

L'Italia è la numero uno come lei non c'è nessuno


Anni ruggenti addio, definitivamente. Colpa di immigrati clandestini, economisti pessimisti e "cattive congiunture economiche"? Macché, colpa di una classe dirigente ignorante e di una cricca di industriali incapaci di vedere al di là del proprio portafoglio. Mi spiego meglio.

Qualche giorno fa la Byd, casa automobilistica cinese, ha annunciato il brevetto della Koelliker, vettura elettrica al 100%. Ovvero: voi arrivate a casa la sera, attaccate la vostra macchina alla corrente elettrica, la mattina dopo la staccate e via, l'auto ha 400 km di autonomia. Niente benzina. Certo, penserete voi, ci sarà un bell'aumento della bolletta della luce! Ma a parte che il costo dell'elettricità non è minimamente paragonabile al costo del carburante, c'è chi sta già cercando di risolvere il problema.

In Cina la Società elettrica nazionale ha ricevuto l’ordine dal Governo di realizzare stazioni pubbliche di ricarica per le auto elettriche a Pechino, Shanghai e Tianjin. In Israele è già attivo il progetto governativo "Better Place": entro il 2010 dovrebbero essere attive centomila (boooom) stazioni di servizio a pannelli fotovoltaici dove ricaricare la propria auto e cambiare le batterie. Pare che anche la Danimarca si stia muovendo per attivare il "Better Place", mentre in California è stata inaugurata qualche settimana fa una charging station privata sperimentale e a Zurigo si sta progettando una vera e propria catena di stazioni create a quattro mani da Nissan e Renault.

Bluff? Fantasie? Sparate per farsi pubblicità? Non importa. Il fatto è che mentre nel resto del mondo davvero si comincia a pensare e fare qualcosa di alternativo, in Italia la Fiat e le sue colleghe (col benestare di una politica ai limiti del ridicolo) puntano tutto costantemente sul carburante, addirittura nell'ultimo periodo smettendo di produrre i motori piccoli e a basso consumo e commercializzando i 1.2 (70 cavalli circa) a benzina come gli standard più bassi. Che assurda vergogna. Insomma, consumiamo sempre di più utilizzando vecchie tecnologie.

Non è difficile intuire che prima o poi (prima, probabilmente) la Fiat crollerà e con lei la Lancia e con loro il resto della multimilionaria Industria italiana, davvero lenta e incapace di capire cosa funziona e cosa no. Per i motori come per l'energia come per l'edilizia. Pensate che adesso ci sia crisi? Tra dieci anni ne riparliamo. Hai voglia te a dar la caccia allo zingaro.


http://www.betterplace.com
http://www.byd.com
http://www.autobloggreen.com/2009/03/18/zurich-joins-the-renault-nissan-ev-bandwagon/