domenica 31 gennaio 2010

Ultime letture: Bukowski, Tabucchi

Charles Bukowski, Musica per organi caldi, 1983
Bukowski esprime tutto il suo cinismo e sarcasmo in questa trentina di brevi racconti che hanno come filo conduttore il sesso, la poesia, il sesso, la vita incasinata e instabile degli scrittori, le doposbronze, il sesso, le scommesse all'ippodromo, la solitudine, il sesso. Provocatorio, a tratti divertenti e a tratti disgustoso. Molti racconti sono autobiografici: il protagonista è spesso Henry Chinaski, poeta e autore di romanzi misantropo, alcoolizzato, asociale, che passa da una donna all'altra e che partecipa, per lavoro o "perché fa parte dell'ambiente", a noiosi reading pseudo-intellettuali ("Victor in realtà non diceva niente, solo che lo diceva a voce alta"). Non a caso considerato l'alter ego di Bukowski.

Antonio Tabucchi, Il filo dell'orizzonte, 1986
Spino è un uomo di mezz'età calmo, tranquillo, amante del cinema d'essai e fidanzato con una ragazza che vorrebbe dargli una svegliata e portarlo in giro per il mondo, invano. E' riflessivo, e forse troppo: quando una sera all'obitorio in cui lavora arriva il cadavere di un ventenne, sparato, di cui nessuno conosce l'identità, Spino sente il dovere morale di indagare sulla vita del disgraziato, finendo col girovagare per le vie della città in preda a pensieri sull'esistenza e sui massimi sistemi, inseguendo una verità che invece si sposta sempre come se fosse il filo dell'orizzonte (alè). Non è affatto un giallo (nonostante le apparenze) e, devo ammetterlo, non l'ho capito.

Altre letture

domenica 24 gennaio 2010

Mo non è per sempre

"Paco Garroyo perde tempo suonando una cover latino-romagnola di "Non è per sempre" degli Afterhours (1999) col suo stupido ukulele rosa"

Venerdì sera avevo voglia di farmi un bel Dottor Why con birra e patatine fritte. Così non è stato. E mi sono sfogato suonando questa canzonciella in SOL, MI-, DO, FA e RE (sperando che l'uke sia accordato). Chiedo scusa.

domenica 17 gennaio 2010

La potenza è nulla senza Zu

Zu
Bronson, 16/01/2010
12 €A me gli Zu non piacciono tanto (bestemmia?). Ho ascoltato qualche pezzo del loro cd Carboniferous sul maispeis, ma l'ho trovato troppo incasinato per i miei gusti. D'altronde, uno si va a guardare le biografie e trova, come genere: hardcore punk, free jazz, math rock, noise, avant metal e chi più ne ha più ne metta. E pensare che a me il prog piace.

Ma.

Ma sono voluto andarli a vedere dal vivo. Ho voluto capire perchè mezzo mondo ne è innamorato, e perchè Mike Patton li ha voluti produrre.

Dunque, in un ora e mezza ho visto un batterista sfoderare tutti i tempi esistenti (dal brutale metal 4/4 a finissimi giochi eterei coi piatti passando per il jazz), un bassista sfoderare tutti i suoni esistenti (distorsioni a gogo, accordi sporchi e inquietanti, e slide, e strane cose con uno strano basso) e il sassofonista barbuto grande e grosso e dallo sguardo assassino che da solo vale il biglietto.

Potentissimi. Tecnicamente spaventosi. E il loro contagioso molleggiare a tempo sul palco, morbido e duro al tempo stesso, i loro movimenti sincopati... Arrivato a casa un ora dopo, ero ancora lì che muovevo la testa su e giù.

La Banda Osiris

Banda Osiris
Teatro Riolo Terme, 15/01/2010
Ingresso 12€
Mi aspettavo di divertirmi, e invece ho rischiato di pisciarmi addosso dalle risate. I quattro maestri della Banda, armati di sax soprano, piano, bassotuba, tromboni, mandolino e bongo, hanno riproposto una loro storia della musica, partendo da Bach e arrivando a Carosone, saltando a destra e a manca sul palco per un ora e mezza (ma che razza di fisico ci vuole?) e senza mai dar tregua al pubblico piegato in due dal ridere. Geni.

Peccato per il pubblico, un po' poco... o d'elite, se preferite. Mi dispiace per chi si è perso l'occasione.

Nel video, realizzato per ravenna24ore.it, due gags e una piccola intervista (davvero gentili e disponibili) circa il loro nuovo progetto con l'attore Ugo Dighero (da me, che sono ignorante, meglio conosciuto come il pupazzo Gnappo).

mercoledì 13 gennaio 2010

Mi mangio un iMac

Se non ve ne eravate accorti, è esplosa la Apple mania. Tutti vogliono i computer della casa di Cupertino. Ho cercato di capire il perchè di questo boom navigando un po' su forum e blog, senza grossi risultati. Allora ho immaginato (riprendendo frasi pubblicate sul serio sul web) il dialogo tra me e un italiano medio sulla questione.

LUI- Devo cambiare pc. Questa volta prendo sicuramente un Mac.
IO- Wow, bello! Ma perchè?
LUI- Perchè è figo.
IO- Ma ci devi fare delle cose particolari?
LUI- No, no, andare su internet, scaricare musica, scrivere documenti.
IO- E allora perchè Mac?
LUI- Perchè è figo.
IO- Ho capito, ma non hai pensato ad alternative?
LUI- No, il Mac è figo.
IO- E cioè?
LUI- Non prende virus.
IO- A parte che non è del tutto corretto, e poi anche Linux ha questo pregio. Non hai pensato ad Ubuntu?
LUI- No, il Mac è figo.
IO- Ma lo hai mai provato l'ultimo Ubuntu?
LUI- Ubuntu è instabile. Non è serio.
IO- Ma lo hai mai provato?
LUI- No, sono cose che si sanno.
IO- E il Mac è invece perfetto?
LUI- Si, il Mac è figo.
IO- Ma lo hai mai provato?
LUI, No, ma che è figo si sa.
IO- Scommetto che ami anche l'iPhone!
LUI- Certo! L'iPhone è una figata!
IO- Hai mai provato qualcos'altro?
LUI- No, l'iPhone è perfetto.
IO- Gli ultimi modelli dell'Htc costano un terzo dell'iPhone e per certi versi sono molto meglio.
LUI- Non è vero, l'iPhone è una figata.
IO- Hai mai provato un Htc?
LUI- No, l'iPhone è perfetto.
IO- Come fai a dire che una cosa è migliore delle altre se non hai mai provato le alternative?
LUI- Perchè Mac è figo.
IO- O forse perchè la Apple investe più in pubblicità che in sviluppo?
LUI- Sviluppo?
IO- Molta gente che usa Mac poi finisce che si innamora di Ubuntu (link).
LUI- Impossibile, Mac è figo. E' bellissimo.
IO- Mac è figo ma l'abito non fa il monaco: Vlc e Firefox se fosse stato per la Apple non esisterebbero, e come loro moltissimi programmi decisamente migliori dei loro corrispettivi a pagamento. Sono open source. E la Apple, come azienda, li combatte duramente. Se qualcuno creasse il software perfetto la Apple cosa venderebbe?
LUI- Va beh, Mac è figo.
IO- Ok, ma perchè non provi Ubuntu, Linux Mint o una distro Linux delle più seguite?
LUI- Tientelo te quel cesso di Ubuntu.
IO- E Windows Seven lo hai provato? E' più veloce e reattivo di Vista.
LUI- Windows fa cagare confronto a Mac.
IO- Sì, potrò essere anche d'accordo, ma lo hai provato o parli a cazzo?
LUI- Ma io voglio il Mac.
IO- E perchè?
LUI- Perchè Mac è figo.
IO- Mac costa un casino.
LUI- Certo, ma funziona bene e i soldi li vale tutti, è figo.
IO- E' ovvio che un computer che costa un casino funzioni bene, scusa. Pensi di spendere 1200 euro per una roba che non va?
LUI- Il portatile che ho adesso è merdoso, voglio Mac.
IO- Il portatile che hai adesso lo hai pagato 400 euro sottocosto e lo hai sempre trattato male, per quello ti da dei problemi. E ovvio che un computer che costa il triplo sia migliore, no?
LUI- Infatti voglio Mac.
IO- … non ci siamo capiti. Io ho un grande rispetto per gli Os Mac, ma uno che lo deve usare in casa per fare due cazzate come te e me, fidati, non lo sfrutta. Anzi, se ha problemi son cavoli: mai sentito parlare della scheda logica?
LUI- No, ma sarà sicuramente una cosa fichissima di Mac!
IO- Ti sorprenderà. In un modo o nell'altro. Ma perchè lo vuoi?
LUI- Perchè Mac è figo, c'è la mela mozzicata sopra!


Questo dialogo è volontariamente provocatorio. Per me l'utilizzo di prodotti Apple (fruizione domestica, s'intende) oggi è solo ed esclusivamente una moda, scollegata da rilevanti considerazioni tecnico-pratiche. Siete pregati di smentirmi. Io di informatica non ci capisco un acca, ma della gente m'intendo ancora meno.

lunedì 4 gennaio 2010

Ultime letture: Larsson, Scerbanenco

Asa Larsson, Il sangue versato, 2004
Finale drammatico per un giallo tutto nordico: pieno di pause e riflessioni a primo acchito fuori luogo. Nella piccola città di Poikkijarvi, sulle rive del fiume Tornealven, tra un flashback e l'altro vengono uccisi due preti; suo malgrado, l'avvocatessa Rebecka Martinsson viene coinvolta nelle indagini da due poliziotti. Sullo sfondo, la storia parallela (bella, forse un po' azzardata) di una lupa cacciata via dal suo branco. Un po' di cose non mi sono chiare, peccato. Perchè Lisa compie quell'ultimo terribile gesto? E che fine ha fatto il piccolo gatto Manne?

Giorgio Scerbanenco, I ragazzi del massacro, Garzanti, 1968
Nella Milano degli anni sessanta (che assomiglia all'India di “The Millionaire”) un gruppo di studenti uccide la maestra in classe, al termine di una lezione. Indaga Duca Lamberti, ex medico finito in galera per aver praticato l'eutanasia e poi passato alla Polizia, convinto che i ragazzi abbiano agito per conto di qualcun altro. Incredibile ritratto dell'Italia di cinquanta anni fa, quando i gay ("invertiti" all'epoca) erano trattati esattamente come criminali e appestati solo per il loro orientamento sessuale, quando i ragazzi poveri non potevano permettersi la doccia ed erano pieni di pulci e cimici, quando la produttiva e ricca capitale lombarda somigliava più a una trafficata baraccopoli.

Altre letture

venerdì 1 gennaio 2010

"Agosto"

Svegliarsi una mattina con una splendida canzoncella in testa e scoprire che è facilmente realizzabile col proprio stupido ukulele rosa non ha prezzo.

Non mi sento triste o solo e non siamo ad agosto, e quindi non so perché mi sia venuto in mente il brano dei Perturbazione. Buon anno!

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