venerdì 27 novembre 2009

Lungaggini e teste che scoppiano

L'altra sera vado alla festa de L'Unità di Tobago col mio amico Johnny Samsung (presidente dell'omonima azienda produttrice di frigoriferi touch screen, spremiagrumi bluetooth e affini) e chi ti vedo in pizzeria? Michael Mann seduto a un tavolo solo, isolato, che mangia.
Samsung, noto cagacazzi, non si trattiene e mi trascina di fronte al regista: “Toh, Mann! L'uomo per il quale dovrebbero inventare il viagra al contrario, vista la lungaggine dell'ultimo film. Lo hai visto Paco? E' riuscito a trasformare un poliziesco in un valium”.
Mann, attonito, fissa la sua pizza ai frutti di mare, poi alza lo sguardo su di me, poi si rivolge al mio amico in un tobaghese stentato: “Mio film essere lungo proporzionalmente a intelligenza di mio spettatore. Se per te troppo lungo, mi dispiaccio”.
“Per mille diavoli Johnny, ti ha proprio conciato per le feste!” dico al mio amico, divertito.
“Zitto, stupido crucco – risponde seccato lui - non cercare di imbambolarmi con i tuoi suffragi universali. La tua pellicola è inutilmente prolissa e superficialmente annacquata. Hai fatto un film di due ore e mezza solo perché va di moda. Perché non volevi essere a meno di Giuseppe Tornatore. Dì la verità”.
“Io non essere crucco. Thomas Mann essere crucco. Lei mi confonde”.
“Zitto, non interrompermi con le tue elucubrazioni. Piuttosto prendi esempio dall'americano Roland Emmerich. Anche lui fa film che durano una notte. Ma è una notte che passa in un lampo: esplodono pianeti, brillano palazzi, saltano macchine, scoppiano teste. Pum Pum Pum!”
“Pum!” urlo io che mi son fatto prendere.
“Esplosioni nei film essere proporzionali a idiozia di spettatore. Se per te va bene, mi dispiaccio” sentenzia Mann.
“Zitto, non distrarmi con le tue masturbazioni enunciazionali. Dicevo: serve adrenalina, emozione facile, suoni forti, rumori assordanti! Mica come le tue stupide pallottole! I milioni di proiettili sparati da distanze ravvicinate e che non vanno mai a segno! Serve velocità, sangue, morti tangibili, catastrofismo efficiente!”
“E pornografia!” dico io che mi son fatto prendere.
“La pallottola vagante è la migliore amica del uomo dopo fucile” prova a difendersi Mann, guardando scocciato le vongole sulla pizza ormai fredda.
“E tu Paco che ne dici?” mi fa Samsung.
“Io? Io non ho visto nessuno dei due film. Io ho una morosa. Non vado al cinema. La sera trombo, io”.
E tutto lo stand esplode in un'ovazione, mentre i vecchi pizzaioli intonano “Bandiera rossa”.

(Nella foto Reuters, Paco con Michael Mann e JJ Samsung)

Articolo originale su "Billy"

mercoledì 25 novembre 2009

Sfogliatevi Claude Serre

Quando avevo quattro o cinque anni e in tv davano l'orsetto Winni Pooh, che odiavo con tutto il cuore, io mi trastullavo sul divano col mio babbo guardando i fumetti del francese Claude Serre (morto nel '98 in un incidente stradale). Non che ci capissi molto: uomini spappolati mentre facevano sport, operazioni chirurgiche che finivano male, sangue, cervelli, ferite, incidenti. Non che ci capissi molto, ma mi spataccavo dalle risate.

Ieri sera mi sono riguardato, dopo vent'anni, quei volumi archiviati in cima a uno scaffale. Dopo una prima botta di malinconia, ricordando la mia fanciullezza, ho ricominciato a ridere. Stavolta ho capito molto di più degli impietosi e dissacranti disegni di Serre, dove i campioni dello sport sono disegnati come idioti, dove i vecchi decrepiti hanno più vitalità dei medici che pretendono di curarli, dove c'è un gruppo di poveri ragazzi scalzi che giocano con una lattina colorata da pallone da calcio. "Un grande dell'umorismo nero", leggo adesso su internet. Peccato che sia sconosciuto, nonostante le decine di libri pubblicati. Non ha manco una citazione sulla versione italiana di Wikipedia, mannaggia. A differenza di Winni Pooh.

Beh, con tutta la merdaccia che gira, secondo me Serre è da salvare. Andatevi a cercare i suoi volumi (mi sembra che siano editi da Rizzoli e costino pochi euro), e nel frattempo gustatevi le anteprime sul sito a lui dedicato:

www.serre-humour.com

lunedì 23 novembre 2009

"Teenage parties end in tears"


Eccomi mentre perdo tempo suonando la cover di "Teenage parties end in tears" dei My Awesome Mixtape con ukulele (do, mi-, sol, re-), kazoo e cembalo.

Il pezzo originale è nell'album "How could a village turn into a town" (42Records, 2009), che è davvero un gran bel ciddì. Completamente differente dal primo (al mio orecchio), più cupo, triste, introspettivo ma soprattutto pregno di violini e fiati e coretti in falsetto e bei bassi elettrici cattivi. Sìsìsì.

www.myawesomemixtape.it

sabato 14 novembre 2009

Ultime letture: Tabucchi, Scott, James

James H., Professor Fargo, 1874
Un vecchio e poverissimo scienziato è costretto a lavorare nello spettacolo itinerante del professor Fargo, un cialtrone esperto in trucchetti di magia e illusionismo. Insieme girano col carrozzone per le città del Nord America, senza grossa fortuna. Il vecchio odia Fargo con tutto se stesso, e un giorno, in un albergo di P***, trova il coraggio di dirglielo in faccia. Il professor Fargo, offeso, si vendicherà a suo modo... Breve romanzo dove paradossalmente, vista la storia, non si parla mai né di scienza né tanto meno di magia: Henry James utilizza la strana situazione esclusivamente per fare il ritratto psicologico dei due protagonisti, il vecchio e triste uomo onesto contro l'inquietante e furbo professore senza scrupoli.

Scott W., Il racconto dello specchio misterioso, 1828
Un nobile scozzese pieno di debiti scappa in guerra, lasciando sola la moglie. Questa, non ricevendo più notizie dal marito, visita con la sorella un misterioso mago italiano, che grazie a un particolare specchio è in grado di farle vedere quel che sta succedendo all'amato disperso... cosa che ovviamente la farà star male. Ambienti sinistri, prodigiose magie, antri oscuri rimandano alla letteratura gotica ma, per quel che mi riguarda, ci ho visto anche una grande critica alla società nobiliare, irresponsabile, profittatrice e senza vergogna, e al nuovo capitalismo, con filippiche nel preludio sui floridi campi e boschi distrutti per far posto all'edilizia selvaggia.

Tabucchi A., Sostiene Pereira, Feltrinelli, 1994
Nel 1938 in Spagna imperversa la guerra civile, e anche in Portogallo la situazione politica si fa pesante. Pereira è un vecchio giornalista di cultura, che per caso viene a conoscere due repubblicani giunti a Lisbona per reclutare volontari. Pereira non si interessa di politica e preferirebbe starne fuori, ma un po' mosso da compassione per i due ragazzi, che tratta come suoi figli, un po' per voler dare una svolta alla sua noiosa vita da vedovo, un po' perché (in fondo) antifascista, si farà coinvolgere poco a poco fino all'attacco finale al neonato regime attraverso il suo giornale. Splendido quanto particolare romanzo: quella che leggiamo è la deposizione, o confessione di Pereira, rilasciata a non si sa chi. Le parole “Sostiene Pereira” vengono ripetute in maniera assillante, eppure, anche con questa fredda e distaccata descrizione dei fatti (quasi come in un verbale), riusciamo ad affezionarci tantissimo al gentile, premuroso e infelice giornalista. Capolavoro da bere in un sol sorso.

Altre letture

sabato 7 novembre 2009

Ultime letture: Benni, Klapka Jerome, Moore


Benni S., Pane e tempesta, Feltrinelli, 2009
Dopo il capolavoro “La grammatica di Dio”, Benni torna con un'altra raccolta di storie, che questa volta hanno come filo il paese di Montelfo, sulle colline bolognesi. Qui si intrecciano le vicende del bar Sport, del nonno, degli gnomi, della piazza, dei ragazzi che giocano a biglie, del cane più intelligente del mondo eccetera, e mentre i protagonisti raccontano con malinconia i tempi andati, sullo sfondo le ruspe del progresso scavano e abbattono alberi del bosco per far posto a strade e centri commerciali (come già in “Saltatempo”). Per me è la conferma che, con la vecchiaia, a Stefano Benni piaccia sempre meno parlare di cose fantastiche e sempre più di morte, distruzione e di “bei vecchi tempi”, con amarissima ironia. Molto meglio il libro precedente.

Moore C., Il vangelo secondo Biff, Ellint, 2002
Un'idea affascinante (far raccontare la vita di Gesù da un suo stretto amico) per un libro irriverente (la storia di Gesù diventa un fantasy pieno di maghi, situazioni assurde, sesso) ricco di azione, suspense, nozioni bibliche e storiche, a tratti divertente e a tratti commovente. Peccato per la stesura, frettolosa e poco approfondita, zeppa di dialoghi o troppo lunghi o inconsistenti, spesso inutili o deleteri al fine della comprensione della situazione. Se si fosse preso più tempo Christopher Moore avrebbe sfiorato il colpaccio, invece rimangono tantissime buone idee mal riportate. E continuo a non aver capito che razza di nome sia, Biff...

Klapka Jerome J., Storie di fantasmi per il dopocena, pubblicato postumo nel 1985
Lo strepitoso Klapka Jerome continua a stupirmi sottolineando l'imbecillità umana con questo romanzetto sui fantasmi, ma soprattutto su chi li vede. Dopo una cena natalizia, i commensali cominciano a narrare le proprie esperienze con gli spiriti, come da tradizione; solo che c'è chi è ubriaco e fa confusione, chi non si ricorda un pezzo di storia, chi si confonde e chi viene sbugiardato dagli altri: le storie di paura e terrore diventano inconcludenti barzellette, trampolino sfruttato dal dissacrante Jerome per prendere in giro, con tanta autoironia, il popolo inglese e le sue tradizioni.

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