lunedì 14 febbraio 2011

Tying Tiffany al Bronson

Tying Tiffany
Bronson (Ravenna), 12/02/2011
10 €

Concerto spappola orecchie per quella bella gnocca di Tying Tiffany (diamo a Cesare quel che è di Cesare). Spappola orecchie perché le canzoni sono state tutte riproposte in una versione tecno-dance-industrial arrabbiatissima, e sparate sul pubblico a volumi sovrumani (il Bronson in questo non perde né pelo né vizio). Con una grancassa elettronica che avrebbe fermato tutti i pacemaker presenti in sala, ce ne fossero stati, e con bassi che avranno senza dubbio causato danni irreversibili al cervello degli avventori del locale. Mi ronzano ancora le orecchie dopo un paio di giorni. Tiffany è salita sul palco accompagnata da due chitarristi dal look molto alternative dotati di Les Paul, e insieme si son scatenati neanche fossero una mandria di bufali sulle basi elettroniche di pezzi vecchi e nuovi, da Lost Way a una pompatissima I wanna be your mp3 passando per (la mia preferita) Miracle, per un oretta di live. Splendide le voci effettate captate tra il marasma di decibel.

Sono uscito dal Bronson barcollando e con la testa in fiamme (e non perché avessi bevuto) ma ne è valsa la pena.

Foto di Ramingo

giovedì 3 febbraio 2011

Ultime letture: Musica per film (Plenizio), Ciak si suona (Michelone)

Gianfranco Plenizio, Musica per film, 2006
Bellissimo. In questo piccolo libricino, a metà tra il saggio e un diario, Plenizio spiega con ironia e semplicità i problemi che gli addetti ai lavori - compositori, direttori d'orchestra, musicisti - si trovano ad affrontare buona parte delle volte. Il difficile rapporto con i registi (o han paura delle musiche o pretendono di sapere e metter le mani su tutto), i tempi dettati dai produttori ("Alla domanda 'per quando bisogna realizzare la musica' quest'ultimo rispondeva invariabilmente 'ieri'"), i costi degli auditorium, etc. Aneddoti su aneddoti, riportati con passione e senza pretesa di completezza. E belle massime: "Un brutto film con una buona musica rimane un brutto film".

Guido Michelone, Ciak! Si suona, 2005
L'esperienza degli Architorti di Marco Robino finisce in questo libricino+cd, dove prima di esaminare le colonne sonore riarrangiate dall'orchestra, si fa un brevissimo excursus sulla storia della musica per film. La figura del pianista nei primi cinematografi, Muir Mathieson e pionieri delle orchestre per film, Vitaphone e Dolby.


Altre letture

Piccoli assassini si danno al nuoto


Il mio lavoro in un quotidiano mi da la possibilità di sorbirmi ogni tipo di lamentela dei cittadini ravennati sotto forma di “lettera del lettore” e commenti. In questo periodo è in auge una querelle sullo stato fatiscente degli spogliatoi di una palestra scolastica. E dove sono le istituzioni, e perché non fanno niente, e non è giusto che paghiamo le tasse e ci ritroviamo palestre diroccate, e non è giusto che non si pensi mai ai nostri bambini. Ai nostri bambini. Ai nostri bambini.

Dunque. Io ogni tanto vado in piscina, alla comunale di Ravenna. Un paio di settimane fa, dopo la mia oretta di nuoto, demolito per la stanchezza (ho il fisico di un 70enne) mi sono ficcato sotto la doccia e ci sono rimasto un bel po' (per me funziona così: 1 ora di vasche = 2 ore di doccia bollente). In questo lasso di tempo sono riuscito a seguire tutte le imprese di un piccolo delinquente liberato senza museruola per l'edificio. Il ragazzino (10 anni circa, in costume e cuffia) prima ha rubato e distrutto alcuni shampi degli amichetti freschi di lezione di nuoto, poi ha corso su e giù per qualche minuto con un affare in mano che sembrava un rubinetto divelto chissà dove (ma ripeto, la mia lucidità era carente), poi nuovamente lanciato in giro cose raccattate qua e là, cuffie, occhialini, asciugamani (a me è arrivata una spugna su una coscia). Il tutto urlando come un forsennato, e a volte parlando con un finto accento tedesco che ricordava la gag delle polpette di Fantozzi (“Tu mancia?!”).

Poi sono passato agli spogliatoi. Mi stavo mettendo le mutande quando ho sentito un POM e un gran ridere di ragazzini. Poi ancora POM! E POM! E ancora POM! E infine un PAM! E risate sguaiate. Erano i piccoli atleti che sbattevano con forza (ma perché poi) le porticine degli spogliatoi vicini al mio. Porte che sono di legno, e che sbattendo sui ganci in metallo che servono per bloccarle producono un suono che ricordano vagamente il crollo dell'universo. Non poteva mancare, tra i piccoli mostri, anche quello che urlava in finto tedesco: “Io spaccare tua faccia! Juve merda!”Anzi, penso proprio fosse il capo, lì in mezzo. Mamma mia che casino che facevano, sembrava di essere all'Oktoberfest.

Uscito dalla piscina mi son ritrovato davanti il piccolo assassino. Era con la mamma, una bella signora sui 40, non di più, che tutta trafelata pareva avere un gran fretta. Passeggiavano verso il parcheggio. Mi sono incamminato dietro di loro.

La mamma: “Allora come è andata la lezione?”
La bestia: “Ma, uffa... il maestro mi ha sgridato perché diceva che facevo casino”
La mamma: “Ancora?”
La bestia: “Sì. Poi mi ha anche fatto uscire dall'acqua e mi ha fatto fare delle flessioni”
La mamma: “No, guarda, la devono proprio smettere di fare i prepotenti, questi qua. Adesso vedrai, se riesco a mettermi a posto con gli orari  al lavoro cambiamo scuola, che mi sono proprio stufata di questi modi. Non è possibile che ti trattino così”.

Volevo suggerire alla mamma di non cambiare solo scuola, bensì nazione. Anzi pianeta, o ancora meglio galassia. Ma sono una cacca, non ho avuto il coraggio, e mi sono limitato a ridere. Per non piangere, sia chiaro.