mercoledì 8 giugno 2011

Suuns all'Hana Bi

Hana Bi (Marina di Ravenna), 03/06/2011
Gratis

Boh, mah, moh, bravi eh, per carità, però già sentito tutto, ampiamente e meglio. I Suuns sono un po' una copia dei Clinic, con meno fantasia e più ritmo. Ma anche laddove la musica prende, sembra che manchi sempre qualcosa. Ad esempio, il brano che ho postato è la loro “hit dance indie”, e rimane comunque ben sotto alla potenza degli scozzesi Errors.

“Bella e particolare la voce”, qualcuno mi ha fatto notare, peccato che fosse un tentativo di imitazione di Clinic (già detto) e Residents.

Video di Nafoute

Akron Family all'Hana Bi

Hana Bi (Marina di Ravenna), 23/05/2011
Gratis

Che io gli Akron Family da New York mica li conoscevo. Cioè, sentiti nominare mille volte ma mai ascoltati. Né su Youtube, Myspace, da nessuna parte. E così, approfittando dei concerti aggratis dell'Hana Bi (se il Paradiso esiste, si differisce di poco dal bagno di Marina), me li sono andati a cuccare.

Chitarra basso batteria, suoni molto stoner. Poi le voci: effettate, delayate, flangerate, looppate e poi stuprate con mille marchingegni. Il risultato finale è uno psycho-folk a metà tra i Motorhead e Ani di Franco. Loro simpatici e carichi.

Due cose mi son rimaste: la polleggiatissima canzone Island, che il chitarrista ci invitava a ballare guardando le stelle e provando a immaginare di essere altrove (preso dai ricordi mi sono commosso... uff), e una bellissimissimissimissimissima maglietta viola che a distanza di un paio di settimane ho già consumato, porcaccia la pupazza.

Bello, bello, bello.

Video di Blancotronic

La famosa maglietta (ma vè! Ce l'ho addosso! Ma che caso!)


mercoledì 13 aprile 2011

Anna Calvi al Bronson

Bronson (Ravenna), 10/04/2011
15 €

Voce delicata e potente, sensuale e forte, con una telecaster dal suono magnificamente zozzo e riverberato e un viso da angelo che deve pagare il mutuo.

Accompagnata da batterista/corista, chitarrista/riempibuchista e suonatrice di fisarmonica con basso a pedale (stile Moog Taurus).

All'atipica songwriter Anna Calvi e compagnia si potrebbe anche perdonare la scarsa durata del concerto: 45 poveri minuti dopo un'ora di attesa e un caldo infernale (quasi sold-out). Si potrebbe.

venerdì 25 marzo 2011

The Radio Dept al Bronson

Bronson (Ravenna, 24/03/2011)
15 €

Salgono sul palco del gremito Bronson dopo essersi fatti attendere a lungo (concerto cominciato alle 23.15 circa)

Gli si legge in faccia che darebbero la vita per essere altrove.

L'80% di quel che si sente viene dalle basi, tanto che si possono permettere, durante una canzone, di fermarsi per bere e nel “suono” la loro mancanza non si sente affatto. La voce è troppo bassa.

Già le loro canzoni sono tristi e polleggiate all'inverosimile, poi loro non si muovono: se ne stanno lì sul palco a guardarsi l'un l'altro scuotendo, se va bene, la testa a tempo.

Suonano 45 minuti.

Non concedono il bis.

Mi spiace per chi ha speso 15 euro (io avevo l'abbonamento).

Devo però ammettere che le musiche fumose, sognanti e malinconiche, accompagnate dai testi introspettivi, mi sono servite a riflettere in maniera positiva su una mia situazione particolarmente difficile. Nella delusione, insomma, mi sono stati utili.

Però un vaffa ci sta tutto.


Video di tent23
Il video è di repertorio, non è il concerto del Bronson.

venerdì 11 marzo 2011

Mogwai all'Estragon

Mogwai
Estragon (Bologna), 09/03/2011
22 €
Quello dei Mogwai non è un concerto ma, per quanto breve, una vera e propria vacanza. A "Mogwai" si può fare, di fatto, ciò che si vuole.

Si può scalare il monte Killing all the flies a mani nude, e una volta raggiunta la cima, distrutti per la fatica, urlare il proprio nome a squarciagola.

White noise è un percorso caldamente consigliato a chi, come me, ama le passeggiate in bicicletta in mezzo alla natura, pedalando fino a che scoppia il cuore per poi riposare qualche minuto prendendo il sole sull'argine di un fiume.

Avete invece voglia di mare? Magari tornare bambini, quando la vostra unica preoccupazione era non perdere le biglie in spiaggia? Volete schiantarvi sontro le onde a riva, sotto l'occhio vigile e divertito dei vostri genitori? Allora non c'è niente di meglio che un salto a I'm Jim Morrison and I'm dead.

O si può sempre fare un po' di shopping sfrenato al grande centro commerciale Mexico Gran Prix, bello pieno di casino e colori come ogni Iper che si rispetti.

Au contraire, si possono passare sei splendidi minuti alla Spa Friend of the night, tra le sue vasche fredde tonificanti e le sue docce calde malinconiche, concedendosi anche un tenero massaggio di delay.

Una vacanza che vi consiglio vivamente.

Setlist del concerto:
White Noise
Killing All The Flies
Death Rays
How to Be A Werewolf
San Pedro
I'm Jim Morrison, I'm Dead
New Paths To Helicon, Pt 1
Rano Pano
Friend Of The Night
You're Lionel Richie
Hunted By A Freak
Mexican Grand Prix
George Square Thatcher Death Party
My father, my king

Video di EdVedder85

lunedì 7 marzo 2011

Siamo donne, oltre la rabbia c'è di più

Scritto per Billy #30

Ma basta fare i moralisti! Ma smettiamola con questi discorsi intellettuali, con queste recensioni di inutili film classici di Truffò! E basta con queste pallose manfrine sulle donne e la loro emancipazione, che non siamo più nel '68! Parliamo, per una volta, del vero ed unico film che tratta in maniera profonda la rabbia femminile e il riscatto di quella cosa che è la donna. Parliamo, finalmente, di Charlie's Angels - Il film. Diretto nel 2000 dal grande regista Joseph McGinty, extrasposizione di una serie tv, in questo popò di lavoro Natalie, Dylan e Alex (che sono ragazze, nonostante i nomi) devono indagare sul rapimento del multimiliardario Eric Knox. Alla vicenda principale si legano le singole storie di queste “eroine dei nostri giorni”. 
Natalie (una magistrale Cameron Diaz), ha un figlio ed è stata abbandonata dal marito. Segretaria precaria di uno studio legale, riuscirà a riscattarsi socialmente portando in tribunale una grande azienda che ha contaminato le falde acquifere di una cittadina californiana, provocando tumori ai residenti. 
Dylan (una rimarchevole Drew Barrymore) invece ha un figlio ed è stata abbandonata dal marito. Possiede una cioccolateria in una tranquilla cittadina, ma non frequentando la chiesa e mancando alle funzioni religiose è mal vista dai concittadini, particolarmente cattolici e perbenisti. Che la odieranno ancora di più quando comincia una relazione con uno zingaro di nome Edward Mani di Forbice. 
Alex (una imprescindibile Lucy Liu) invece ha un figlio ed è stata abbandonata dal marito. Ma un giorno il bimbo scompare. Mesi dopo la polizia locale, che non gode di buona reputazione e vuole farsi pubblicità, sembra aver risolto il caso e le consegna un bambino che dice di esser Walter e che un po' gli assomiglia. La madre è però certa che non si tratti di suo figlio, non si arrende e, sostenuta dal reverendo Guistav, continua a lottare perché le ricerche di Walter proseguano. 
Le tre ragazze, parecchio arrabbiate, insieme si armano di pantaloni aderenti e tacchi a spillo e riempiono di botte chiunque si pari davanti a loro. Forse ho fatto un po' di confusione. Ma guardatelo, che è un film avanti e insegna un sacco di cose.

Verdena al Bronson

Verdena
Bronson (Ravenna), 05/03/2011
10 €
Eh, non c'è nulla da fare. L'ultimo album, "Wow", potrà anche non piacere (a me personalmente lascia indifferente: lo ascolto e la maggior parte dei pezzi mi entra da un orecchio e mi esce dall'altro senza seminare tracce) ma dal vivo i Verdena hanno una pacca che lascia felicissimi. Suoni perfetti, a cominciare dalla voce riverberata, come già per la tournée di "Requiem", con una grancassa che martella senza sbavature (vedere video) e pianole distorte tali e quali al ciddì. Ottimi - novità! - anche i corettini beegees di Roberta e del tastierista Omid.

Cosa mi rimarrà del concerto? Le performance di "Luna" e (cavoli) "Il Gulliver", e il copioso sudore puzzolente dei tizi che mi stavano di fianco, che si sono agitati per tutto il tempo nonostante al Bronson si stava come granelli di sabbia in spiaggia.
Sold-out. Giustamente!


Video della Titti

lunedì 14 febbraio 2011

Tying Tiffany al Bronson

Tying Tiffany
Bronson (Ravenna), 12/02/2011
10 €

Concerto spappola orecchie per quella bella gnocca di Tying Tiffany (diamo a Cesare quel che è di Cesare). Spappola orecchie perché le canzoni sono state tutte riproposte in una versione tecno-dance-industrial arrabbiatissima, e sparate sul pubblico a volumi sovrumani (il Bronson in questo non perde né pelo né vizio). Con una grancassa elettronica che avrebbe fermato tutti i pacemaker presenti in sala, ce ne fossero stati, e con bassi che avranno senza dubbio causato danni irreversibili al cervello degli avventori del locale. Mi ronzano ancora le orecchie dopo un paio di giorni. Tiffany è salita sul palco accompagnata da due chitarristi dal look molto alternative dotati di Les Paul, e insieme si son scatenati neanche fossero una mandria di bufali sulle basi elettroniche di pezzi vecchi e nuovi, da Lost Way a una pompatissima I wanna be your mp3 passando per (la mia preferita) Miracle, per un oretta di live. Splendide le voci effettate captate tra il marasma di decibel.

Sono uscito dal Bronson barcollando e con la testa in fiamme (e non perché avessi bevuto) ma ne è valsa la pena.

Foto di Ramingo

giovedì 3 febbraio 2011

Ultime letture: Musica per film (Plenizio), Ciak si suona (Michelone)

Gianfranco Plenizio, Musica per film, 2006
Bellissimo. In questo piccolo libricino, a metà tra il saggio e un diario, Plenizio spiega con ironia e semplicità i problemi che gli addetti ai lavori - compositori, direttori d'orchestra, musicisti - si trovano ad affrontare buona parte delle volte. Il difficile rapporto con i registi (o han paura delle musiche o pretendono di sapere e metter le mani su tutto), i tempi dettati dai produttori ("Alla domanda 'per quando bisogna realizzare la musica' quest'ultimo rispondeva invariabilmente 'ieri'"), i costi degli auditorium, etc. Aneddoti su aneddoti, riportati con passione e senza pretesa di completezza. E belle massime: "Un brutto film con una buona musica rimane un brutto film".

Guido Michelone, Ciak! Si suona, 2005
L'esperienza degli Architorti di Marco Robino finisce in questo libricino+cd, dove prima di esaminare le colonne sonore riarrangiate dall'orchestra, si fa un brevissimo excursus sulla storia della musica per film. La figura del pianista nei primi cinematografi, Muir Mathieson e pionieri delle orchestre per film, Vitaphone e Dolby.


Altre letture

Piccoli assassini si danno al nuoto


Il mio lavoro in un quotidiano mi da la possibilità di sorbirmi ogni tipo di lamentela dei cittadini ravennati sotto forma di “lettera del lettore” e commenti. In questo periodo è in auge una querelle sullo stato fatiscente degli spogliatoi di una palestra scolastica. E dove sono le istituzioni, e perché non fanno niente, e non è giusto che paghiamo le tasse e ci ritroviamo palestre diroccate, e non è giusto che non si pensi mai ai nostri bambini. Ai nostri bambini. Ai nostri bambini.

Dunque. Io ogni tanto vado in piscina, alla comunale di Ravenna. Un paio di settimane fa, dopo la mia oretta di nuoto, demolito per la stanchezza (ho il fisico di un 70enne) mi sono ficcato sotto la doccia e ci sono rimasto un bel po' (per me funziona così: 1 ora di vasche = 2 ore di doccia bollente). In questo lasso di tempo sono riuscito a seguire tutte le imprese di un piccolo delinquente liberato senza museruola per l'edificio. Il ragazzino (10 anni circa, in costume e cuffia) prima ha rubato e distrutto alcuni shampi degli amichetti freschi di lezione di nuoto, poi ha corso su e giù per qualche minuto con un affare in mano che sembrava un rubinetto divelto chissà dove (ma ripeto, la mia lucidità era carente), poi nuovamente lanciato in giro cose raccattate qua e là, cuffie, occhialini, asciugamani (a me è arrivata una spugna su una coscia). Il tutto urlando come un forsennato, e a volte parlando con un finto accento tedesco che ricordava la gag delle polpette di Fantozzi (“Tu mancia?!”).

Poi sono passato agli spogliatoi. Mi stavo mettendo le mutande quando ho sentito un POM e un gran ridere di ragazzini. Poi ancora POM! E POM! E ancora POM! E infine un PAM! E risate sguaiate. Erano i piccoli atleti che sbattevano con forza (ma perché poi) le porticine degli spogliatoi vicini al mio. Porte che sono di legno, e che sbattendo sui ganci in metallo che servono per bloccarle producono un suono che ricordano vagamente il crollo dell'universo. Non poteva mancare, tra i piccoli mostri, anche quello che urlava in finto tedesco: “Io spaccare tua faccia! Juve merda!”Anzi, penso proprio fosse il capo, lì in mezzo. Mamma mia che casino che facevano, sembrava di essere all'Oktoberfest.

Uscito dalla piscina mi son ritrovato davanti il piccolo assassino. Era con la mamma, una bella signora sui 40, non di più, che tutta trafelata pareva avere un gran fretta. Passeggiavano verso il parcheggio. Mi sono incamminato dietro di loro.

La mamma: “Allora come è andata la lezione?”
La bestia: “Ma, uffa... il maestro mi ha sgridato perché diceva che facevo casino”
La mamma: “Ancora?”
La bestia: “Sì. Poi mi ha anche fatto uscire dall'acqua e mi ha fatto fare delle flessioni”
La mamma: “No, guarda, la devono proprio smettere di fare i prepotenti, questi qua. Adesso vedrai, se riesco a mettermi a posto con gli orari  al lavoro cambiamo scuola, che mi sono proprio stufata di questi modi. Non è possibile che ti trattino così”.

Volevo suggerire alla mamma di non cambiare solo scuola, bensì nazione. Anzi pianeta, o ancora meglio galassia. Ma sono una cacca, non ho avuto il coraggio, e mi sono limitato a ridere. Per non piangere, sia chiaro.

lunedì 10 gennaio 2011

Il podio del cinepanettone

Scritto per Billy #29

I Cinepanettoni, c'è chi li ama e chi li odia. Chi li ama a prescindere non ha capito bene di cosa stiamo parlando, chi li odia a prescindere non ha evidentemente sviluppato un buon senso critico. Aiutiamolo a farlo, con questo percorso doloroso ma breve, come una puntura sulla chiappa.
Al terzo posto sul podio, Natale in India [Parenti, 2003, miglior battuta: Siamo ricchi, anzi ricchissimi, anzi ricchioni!]. E' un film rivoluzionario: per la prima volta dopo anni (il primo natalizio firmato Parenti, Boldi e De Sica risale al '95) gli sceneggiatori cercano (senza riuscire, ma vale il tentativo) di creare un intreccio decente, con capo e coda, non abbandonando ogni personaggio al suo personale delirio di volgarità ma inserendolo all'interno di una trama, per quanto orribile, sensata. Un ingegnere e un giudice per sbaglio scambiano i propri neonati: 15 anni dopo scopriranno la verità. 
Al secondo posto Olè [Vanzina, 2006, miglior battuta: Ha visto più piselli lei del minestrone di mia nonna]. Scalzato dal Neri Parenti nella sua specialità, la cagata, Vanzina prova a riprendersi ingaggiando Boldi (dopo il litigio con De Sica), affiancandolo a Vincenzo Salemme e spedendolo in Spagna assieme ad una cernita di effetti speciali di una tristezza infinita, che rendono il tutto grottesco e quindi guardabile (no, non è vero, non guardatelo). 
Al primo posto Natale a Miami [Parenti, 2005, miglior battuta: Dai papà togliti quel cappello dalla testa - Perché sembro vecchio? - No, sembri un pirla]. E' un successo epocale, un risultato insperato. La trama, agghiacciante come sempre, fila liscia come l'olio; l'intreccio tra le varie vicende di cui sono protagonisti i singoli personaggi c'è, anzi, si cerca quasi la “sperimentazione” infilando gli uni nella storia degli altri e confondendo lo spettatore su chi sia effettivamente la prima donna. Ma più di ogni altra cosa a stupire è l'affiatamento tra Massimo Ghini (non a caso subentrerà poi a Boldi) e De Sica. Due attori formidabili, che messi l'uno di fronte all'altro rischiano di far sorridere anche un cadavere (con la sola mimica facciale e pochi balbettii, senza pronunciare le parole ca**o, m*rda o te**e). Scusate, ora mi vado a flagellare.

Immagine: Natale a Miami © Filmauro 2005