Charles Bukowski, Musica per organi caldi, 1983
Bukowski esprime tutto il suo cinismo e sarcasmo in questa trentina di brevi racconti che hanno come filo conduttore il sesso, la poesia, il sesso, la vita incasinata e instabile degli scrittori, le doposbronze, il sesso, le scommesse all'ippodromo, la solitudine, il sesso. Provocatorio, a tratti divertenti e a tratti disgustoso. Molti racconti sono autobiografici: il protagonista è spesso Henry Chinaski, poeta e autore di romanzi misantropo, alcoolizzato, asociale, che passa da una donna all'altra e che partecipa, per lavoro o "perché fa parte dell'ambiente", a noiosi reading pseudo-intellettuali ("Victor in realtà non diceva niente, solo che lo diceva a voce alta"). Non a caso considerato l'alter ego di Bukowski.
Antonio Tabucchi, Il filo dell'orizzonte, 1986
Spino è un uomo di mezz'età calmo, tranquillo, amante del cinema d'essai e fidanzato con una ragazza che vorrebbe dargli una svegliata e portarlo in giro per il mondo, invano. E' riflessivo, e forse troppo: quando una sera all'obitorio in cui lavora arriva il cadavere di un ventenne, sparato, di cui nessuno conosce l'identità, Spino sente il dovere morale di indagare sulla vita del disgraziato, finendo col girovagare per le vie della città in preda a pensieri sull'esistenza e sui massimi sistemi, inseguendo una verità che invece si sposta sempre come se fosse il filo dell'orizzonte (alè). Non è affatto un giallo (nonostante le apparenze) e, devo ammetterlo, non l'ho capito.
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Bukowski esprime tutto il suo cinismo e sarcasmo in questa trentina di brevi racconti che hanno come filo conduttore il sesso, la poesia, il sesso, la vita incasinata e instabile degli scrittori, le doposbronze, il sesso, le scommesse all'ippodromo, la solitudine, il sesso. Provocatorio, a tratti divertenti e a tratti disgustoso. Molti racconti sono autobiografici: il protagonista è spesso Henry Chinaski, poeta e autore di romanzi misantropo, alcoolizzato, asociale, che passa da una donna all'altra e che partecipa, per lavoro o "perché fa parte dell'ambiente", a noiosi reading pseudo-intellettuali ("Victor in realtà non diceva niente, solo che lo diceva a voce alta"). Non a caso considerato l'alter ego di Bukowski.
Antonio Tabucchi, Il filo dell'orizzonte, 1986
Spino è un uomo di mezz'età calmo, tranquillo, amante del cinema d'essai e fidanzato con una ragazza che vorrebbe dargli una svegliata e portarlo in giro per il mondo, invano. E' riflessivo, e forse troppo: quando una sera all'obitorio in cui lavora arriva il cadavere di un ventenne, sparato, di cui nessuno conosce l'identità, Spino sente il dovere morale di indagare sulla vita del disgraziato, finendo col girovagare per le vie della città in preda a pensieri sull'esistenza e sui massimi sistemi, inseguendo una verità che invece si sposta sempre come se fosse il filo dell'orizzonte (alè). Non è affatto un giallo (nonostante le apparenze) e, devo ammetterlo, non l'ho capito.
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