Era una mattina uggiosa e fredda. Una tipica mattina autunnale di Londra. La signora Fleccer si recò in Rue de la Métaphisique, dove era stato commesso un terribile delitto. Passò sotto i sigilli della Polizia ed entrò nell'appartamento. L'appartamento era piccolo ma grazioso, e il salotto era arredato con arazzi, oggetti orientali ed eleganti tappeti: sembrava la casa di un sultano arabo. Sul tappeto persiano c'era un corpo umano con una teiera di porcellana al posto della testa. L'uomo aveva un elegante vestito gessato e una camicia bianca, aperta sul petto.
“Lo hanno decapitato e poi gli hanno incollato una teiera con l'attack alla base del collo”
La signora Fleccer si voltò di scatto. A parlare era stato il Commissario Paracarri. Lui le appoggiò una mano sulla spalla.
“E' una cosa orribile...”
“Già, signora Fleccer, orribile e disumana, davvero.”
Accanto al corpo c'erano tracce di sangue, ormai raggrumato, e tracce più scure. Chiazze sparse, nessun altro indizio.
“Uhm, Commissario, dov'è la cucina?” chiese la signora Fleccer.
“Prego, l'accompagno” rispose gentile il Commissario, e mettendole una mano sul fianco l'accompagnò verso una porta aperta.
In cucina c'erano cinque poliziotti armati di guanti e luci intenti a prendere impronte e cercare tracce. La stanza era abbastanza in ordine, eccezion fatta per alcune vettovaglie sul tavolo e a fianco del lavello. Sul pavimento, nessun segno.
“Il colpevole è in questa stanza!” Urlò ad un certo punto la signora Fleccer. I poliziotti e il Commissario Paracarri si voltarono verso di lei e la guardarono attoniti e a bocca aperta.
“Già, proprio così, in questa stanza!” disse ancora guardando il tavolo da pranzo.
I poliziotti e il Commissario guardarono il tavolo, occhi sgranati e increduli. Sul tavolo erano appoggiate una tovaglia piegata e fresca di bucato, tre piatti fondi e puliti impilati uno sopra l'altro, e una vecchia caffettiera di metallo.
“L'assassino è la caffettiera!” Urlò la signora Fleccer, e i poliziotti tornarono a guardarla davvero contraddetti.
Attimi di silenzio. Il Commissario, guardando misericordioso la Fleccer, le stava per mettere una mano sulla spalla quando lei sorrise.
“Smettila di fingere, caffettiera!”.
Ma la moka se ne stava lì, immobile, fredda, come solo una moka sa fare.
Altri attimi di silenzio. In sottofondo, i flash dei fotografi in salotto. Sul tavolo, una piccola chiazza rossa più chiara e una più scura.
“E va bene, mi hai scoperto vecchia baldracca!” urlò improvvisamente la caffettiera, tanto che i poliziotti fecero un salto di spavento. “Si si si, sono stata io! Siate tutti maledetti! Non ce la facevo più! Ci siamo sempre amati io e lui, facevamo il caffè con passione ovunque, in cucina, sul divano, in bagno! Sempre insieme per venti lunghi anni! Poi è arrivata quella stronza della Maria JulesPainter che gli ha regalato una confezione di thè ai frutti rossi per Natale! E per me è stata la fine!”
La signora Fleccer guardava la povera moka con compassione.
“Ha cominciato a fare il thè con la teiera, non finiva più! Thè al mattino, thè alle cinque, thè alla sera! Stupidi frutti rossi! E io nel cassetto ad arrugginire, a vedere sprecati i migliori anni della mia vita con cuore infranto! Volevano stare insieme? E adesso ci staranno per sempre, quello stronzo e quella troia della teiera! Ahahahahah!”
La caffettiera si mise a ridere, come fosse posseduta. I poliziotti la bloccarono.
Dieci minuti dopo la signora Fleccer guardava fuori dalla finestra della cucina. Sulla strada due agenti stavano trascinando la caffettiera verso una macchina della Polizia. La moka ora piangeva disperata. Le nuvole si erano fatte ancora più cupe.
“Sei la numero uno, signora Fleccer!” le disse lo spremiagrumi al suo fianco facendole l'occhiolino.
pensato mentre aspettavo il mio turno all'esame orale di psicologia della comunicazione, università di bologna.
RispondiEliminasingnora fleccer il caso è chiuso!!!!!!! ti stimoooo fatti i capelli rossi sei più fashion!!
RispondiEliminaLa tua fan numero 1 :)
...mi ero perso questo commento. Svelati, svela il tuo nome! Il fatto che tu sia la mia fan numero uno non mi aiuta a capire chi sei... sai, con tutte le gnocche che mi ronzano attorno... voglio altri indizi!
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