Skàrmeta A., Non è successo niente, 1980
Essere un adolescente cileno a Milano. Nel 1973 Lucas, dopo il golpe di Pinochet, si trasferisce col padre attivista politico in Europa. Qui flirta con le compagne di classe, trova la sua prima vera ragazza, fa a botte con coetanei (ne manda uno all'ospedale), conosce altri ragazzi in esilio, ha una serie di avventure più o meno piacevoli in giro per il capoluogo lombardo. Ma soprattutto partecipa a cortei antifascisti e manifestazioni politiche a tutto busso, dove amici e nemici si ritrovano a cantare le canzoni degli Inti-Illimani. Non so (per motivi geo-anagrafici) se Milano nel 1973 fosse davvero così bella e “attiva” politicamente, ma oggi non lo è di sicuro. Nessuna città italiana, temo.
Chandler R., Il grande sonno, 1939
Humphrey Bogart – scusate – Philip Marlowe è un investigatore privato solitario, cupo, burbero ma allo stesso tempo ironico e spiritoso, che si ritrova a sbrogliare un complicatissimo caso che vede coinvolte le due figlie di un vecchio generale. Una storia di pornografia, bische clandestine e omicidi nella Los Angeles degli anni trenta. Un po' troppi personaggi e un po' troppi misteri risolti frettolosamente, per i miei gusti: ma è un giallo “pulp” del '39 che ha fatto storia (grazie al detective “hard boiled”). A rimanermi maggiormente impressi sono stati appunto la figura di Marlowe e lo stile colloquiale e realistico.
Haddon M., Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, 2003
L'inglese Mark Haddon si cala (benissimo) nella testa di Christopher, un quindicenne autistico (sindrome di Asperger) che una notte trova il cagnolino della vicina brutalmente ucciso. Questo fatto farà scattare in lui la voglia di indagare, nonostante il divieto del padre e il disinteresse generale degli abitanti del quartiere. Comincia così il suo particolare viaggio: particolare perchè lui non sopporta di essere toccato, odia il giallo e il marrone, non comprende le espressioni del viso umano, non sopporta che due alimenti diversi vengano in contatto, e per lui ogni cosa segue una logica matematica. E nonostante ciò il lettore riesce ad appassionarsi alla vicenda ed “entrare” nel personaggio: è questo il vero capolavoro.
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Essere un adolescente cileno a Milano. Nel 1973 Lucas, dopo il golpe di Pinochet, si trasferisce col padre attivista politico in Europa. Qui flirta con le compagne di classe, trova la sua prima vera ragazza, fa a botte con coetanei (ne manda uno all'ospedale), conosce altri ragazzi in esilio, ha una serie di avventure più o meno piacevoli in giro per il capoluogo lombardo. Ma soprattutto partecipa a cortei antifascisti e manifestazioni politiche a tutto busso, dove amici e nemici si ritrovano a cantare le canzoni degli Inti-Illimani. Non so (per motivi geo-anagrafici) se Milano nel 1973 fosse davvero così bella e “attiva” politicamente, ma oggi non lo è di sicuro. Nessuna città italiana, temo.
Chandler R., Il grande sonno, 1939
Humphrey Bogart – scusate – Philip Marlowe è un investigatore privato solitario, cupo, burbero ma allo stesso tempo ironico e spiritoso, che si ritrova a sbrogliare un complicatissimo caso che vede coinvolte le due figlie di un vecchio generale. Una storia di pornografia, bische clandestine e omicidi nella Los Angeles degli anni trenta. Un po' troppi personaggi e un po' troppi misteri risolti frettolosamente, per i miei gusti: ma è un giallo “pulp” del '39 che ha fatto storia (grazie al detective “hard boiled”). A rimanermi maggiormente impressi sono stati appunto la figura di Marlowe e lo stile colloquiale e realistico.
Haddon M., Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, 2003
L'inglese Mark Haddon si cala (benissimo) nella testa di Christopher, un quindicenne autistico (sindrome di Asperger) che una notte trova il cagnolino della vicina brutalmente ucciso. Questo fatto farà scattare in lui la voglia di indagare, nonostante il divieto del padre e il disinteresse generale degli abitanti del quartiere. Comincia così il suo particolare viaggio: particolare perchè lui non sopporta di essere toccato, odia il giallo e il marrone, non comprende le espressioni del viso umano, non sopporta che due alimenti diversi vengano in contatto, e per lui ogni cosa segue una logica matematica. E nonostante ciò il lettore riesce ad appassionarsi alla vicenda ed “entrare” nel personaggio: è questo il vero capolavoro.
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