giovedì 17 dicembre 2009

Il dolore mi fa una saga

by Paco Garroyo

L'altro giorno festeggiavo la vittoria al totocalcio tobaghese, e mi sono sbronzato. Capita. Ho sognato. Capita. Ho sognato che ero nel futuro, tra un centinaio di anni. Camminavo per le strade di Rio Claro, evitando scooter volanti e tram ai fotoni, quando ho visto un multisala d'essay. Fico, ho pensato, e mi sono diretto all'entrata del cinema Saffy.

Buongiorno, buonuomo, dico al bigliettaio, che cosa programmate?
Guardi, dice lui, questa settimana abbiamo i grandi classici: Sala 1 “Batman Calmo” (o “Batman 57”), Sala 2 “L'impero colpisce le vacanze sul Nilo” (o “Guerre Stellari -12”), Sala 3 “Il favoloso mondo di Indiana Jones” (o “Indiana Jones 17”), Sala 4 “L'era glaciale nella valle perduta” (o “Ice Age” 27).
Gesù! dico io.
Guardi, dice lui, io le consiglio vivamente Guerre Stellari, si ride di gusto grazie alle gags italiche, ma c'è anche un'attenta riflessione introspettiva sul Lato Oscuro, roba sociologica, roba forte.
No grazie, dico io, vada per l'uomo pipistrello, a pensarci è quello che m'incuriosisce di più. Compro il biglietto ed entro. Il cinema è come me lo ricordavo. Tranne che per le poltroncine volanti e un fortissimo odore di mucca congelata. Mi aggrappo a una poltroncina fluttuante nell'aria e aspetto che le luci si spengano. Dentro ci sono altre due persone.

Dunque: Batman ha la barba e gli occhiali da vista. Ha una figlia e una famiglia bellissima. Ma succede che la moglie, Zora la vampira, muore durante una lotta contro La Cosa. Da allora Batman, tutti i giorni, con costume e mantello, si siede in una panchina di fronte alla scuola della figlia, a Gotham, e aspetta. Trascura il lavoro, e il crimine imperversa. Tutti gli vanno a far visita, proprio su quella panchina, e con lui si sfogano. Robin ammette di essere gay. Due Facce gli parla di problemi finanziari. Alfred dà le dimissioni – che cazzo faccio a casa tutto il giorno da solo, si giustifica. Il Pinguino ammette il suo amore per Bridget Jones.

Non ce la faccio più, sbotto.
Ma che schifo, ma non c'è fantasia, ma è tutto già visto, dico agli altri due spettatori.
Che rispondono incazzati: shhhhhh.
Ma state guardando una minestra riscaldata, urlo io, nervoso.
Faccio per andarmene, mi dimentico di essere su una poltroncina volante, volo giù e poi buio.

Mi risveglio nel letto di un ospedale. L'infermiera si china su di me.
Buongiorno, dice l'infermiera, come andiamo, è stato in coma etilico, si sente meglio ora? Lei è stato in coma etilico, ha bevuto troppo, doveva vedere che spavento si sono presi i suoi amici, mi dice l'infermiera.
Dovrebbe vedere che spavento mi son preso io, le ho risposto, dimenticandomi che è in fase di pre produzione “Harry Potter e la Fabbrica di cioccolato”.

Scritto originariamente per Billy

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