Sam Savage, Firmino, 2006
Parte arrancando, il libro Firmino. Che tra un fatto, un evento e l'altro passano una trentina di elucubrazioni del personaggio, di Sam Savage (professore di filosofia) e di nessun altro. Un romanzo dove uno scrittore affida i suoi pensieri a un topo, anche se a nessuno interessano, questi pensieri. Ma poi alla fine parte, ed è una bella discesa verso la solitudine, la malinconia, la tragicità. Firmino non è un topo che legge, come molti recensori lo hanno limitatamente descritto, ma è un topo che vive in un quartiere degradato, che conduce una vita miserevole e insoddisfacente, amico di ubriaconi che "scivolano pian piano verso il nulla". Ne è ben consapevole, in fondo al suo cuoricino, e quindi cerca di godere al meglio delle poche cose belle che si trova davanti: i libri, i sorrisi di Jerry, il pianoforte giocattolo. Non è affatto il capolavoro che mi aspettavo, leggendone le critiche, ma tiene compagnia. C'è chi lo ha trovato un libro "divertente, originale e pieno di umorismo": o ho letto male io, o han letto male loro.
Ernst T.A. Hoffmann, Notturni, 1817
Un venditore di cannocchiali visita un giovane studente universitario per fargli vedere la mercanzia. E' invecchiato e ha cambiato identità ma il ragazzo lo riconosce: è l'uomo accusato dell'omicidio di suo padre, avvenuto in circostanze oscure e misteriose. Comincia così l'inquietante "Sandman", il primo dei Notturni di Hoffmann, brevi racconti a carattere gotico alcuni particolarmente angoscianti (che difatti non trovarono, ai tempi, il favore del pubblico). Per carità, non mancano momenti di "romantica" lentezza, ma un bambino di pochi mesi squarciato in un mare di sangue è un'immagine non facile da trovare, in un romanzo dei primi dell'800...
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