Olle Lonnaeus, Il bambino della città ghiacciata, 2009
“Il miglior thriller svedese dell'anno”, c'è scritto in copertina. Dev'essere stata un'annata davvero fiacca. La complessa e intricata storia di Konrad, giornalista accusato dell'omicidio dei suoi genitori adottivi, popolata da tante facce e tanti nomi che appaiono improvvisamente e scompaiono con la stessa facilità, intervallata da flashback telefonati e poco approfonditi, si risolve come più semplicemente non potrebbe. Un librone di 400 pagine il cui coup de théâtre si realizza in poche righe, esemplificando troppo la storia e rendendola banaluccia. Attualissime invece le osservazioni di “contorno” sulla vita degli immigrati in Svezia e sui movimenti politici nazionalisti.
Emilio Salgari, Sul mare delle perle, 1903
Romanzone d'avventura dove due superuomini, due Rambi ottocenteschi, in coppia e armati di sciabola distruggono eserciti e sterminano popolazioni indonesiane avverse (per vendicarsi di UN assassinio). Interessante non tanto per la storia quanto per le numerose curiosità seminate tra le pagine: la descrizione della pesca delle perle sull'isola di Ceylon all'inizio dell'800 (coi palombari senza protezioni, che a dieci metri di profondità causa pressione cominciano a perdere sangue da ogni orifizio), le partite di caccia alle tigri (a bordo di elefanti), il ruolo dei coloni inglesi (che pattugliavano i mari a mo' di forze dell'ordine, con tanto di inseguimenti). E lo sapevate che già duecento anni fa si gustava il gelato? Evviva, evviva i "classici"
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