martedì 28 luglio 2009

"Prima o poi moriremo tutti urrà!" Dialogo sul tempo con Carlo Sini e Rocco Ronchi


Nell'ambito della rassegna cervese "Filosofia sotto le stelle" il filosofo Carlo Sini (classe 1933) e il suo allievo Rocco Ronchi (classe 1957) hanno discusso sui concetti di tempo ed eternità da Platone ad oggi. Dall'alto della mia completa ignoranza e gigantesca incompetenza filosofica, eccovi un sunto del dibattito spiegato come lo spiegherei alle mie nonne.

Noi abbiamo una concezione negativa del tempo. Il tempo è caducità, vecchiaia, cose che terminano, roba che si consuma, timore della fine, timore della morte. E abbiamo una concezione positiva dell'eternità: ti amerò per sempre, stai con me forever, vorrei che questo momento non finisse mai, "Di qui all'eternità". Fin qui tutto chiaro: morte contro perenne benessere.

Non so quali brutte cose siano capitate a Ronchi nella sua vita, sta di fatto che lo hanno convinto del contrario: il tempo è quella cosa che guarisce, fa dimenticare le disgrazie, mentre l'eternità è orribile, significa pena senza fine. Non a caso quando pensiamo all'Inferno ci rifacciamo alle attività spiacevoli senza fine a cui erano costretti i condannati di Dante. E poi le cose belle non sarebbero belle senza labilità: la vita è bella perché si sviluppa, i progetti sono interessanti perché hanno un fine (e quindi una fine), l'orizzonte è bello perché è orizzonte.

Provate a prendere un bel momento e moltiplicarlo all'infinito, e ve ne romperete le scatole in fretta.
Provate a prendere un brutto momento, e non vedrete l'ora che finisca.
Noi viviamo "il" tempo, non "nel" tempo, e non ne dobbiamo aver paura, ma sfruttarlo.

Chiaro? Se è tutto chiaro dimenticatelo pure, perché il tempo non esiste (hippy urrà per la psiche umana!). Come spiega Platone nel dialogo "Timeo" noi viviamo "momenti dell'eternità": il sole sorge tutti i giorni, la luna si mostra tutte le notti, la terra gira su se stessa e si rigira su se stessa, l'estate ritorna ogni anno, gli anni ricominciano ogni gennaio. In eterno. Il tempo, spiegano i due filosofi, è una stupida contingente invenzione umana, un "aiuto" che l'uomo si è creato per essere più organizzato quindi psicologicamente più stabile. Perciò smettiamola di parlare di tempo ed eternità, non ha senso. E io sono pienamente d'accordo: la prossima volta si va al cinema.

Insomma, il dialogo è stato interessante e i due interlocutori bravi, simpatici e disponibili, ma io sono scettico per natura, figuriamoci nei confronti di quelle discipline che faticano (sempre che ci riescano) a spiegare le proprie proposizioni, dalla filosofia alla psicologia passando per la strepitosa semantica strutturale di de Saussure (me la ricorderò per sempre come esempio di perdita di tempo, tanto per rimanere in tema).

"Lei che lavoro fa?"
"Io faccio il filosofo teoretico"
"Cavolo, avrà un sacco di tempo libero!"
"Il tempo non esiste, esistono solo momenti di eternità"
"Lo vede che ha un sacco di tempo libero?"


(Nella foto, Carlo Sini in montagna contempla l'Eterno)

5 commenti:

  1. sei davvero uno sfigato!

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  2. zero commenti?? forse perchè sei stato ripetutamente insultato e quindi non hai mai dato l'approvazione alla pubblicazione dei commenti?

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  3. No, non ci sono commenti perché tu sei stato il primo a farli. Peccato per la pochezza dell'intervento.

    Tra l'altro non avrei dovuto pubblicarlo: chiedo esplicitamente la firma mentre tu, da bravo ignorantello arrogante, ti sei postato anonimo.

    Ti ho pubblicato solo ed esclusivamente perché chiunque passi di qua si renda conto della tua povertà di idee, chiunque tu sia. Magari te ne renderai conto anche tu. Chissà.

    Bye!

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  4. sono proprio uno sfigato!
    Non capisco neanche quello che dici te, cosa vuoi che capisca dei due filosofi.
    La prossima volta, invece di leggere il tuo blog troppo complesso e privo di parolacce, siti porni.

    Garo è un Faro.

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Per favore niente offese, parolacce, bestemmie, cattiverie ed equazioni logaritmiche. E firmatevi! ;)