Hana Bi (Marina di Ravenna), 11/08/2009
Entrata libera
Gli Oneida da Brooklin in un gremitissimo Hana bi (mai vista tanta gente lì) mi hanno messo in difficoltà. Voto "10 e lode" al batterista, un animale da tiro perfetto in tutto, voto "boh" agli altri, i due chitarristi e il tastierista. Il fatto che abbia dato tre "boh" dovrebbe lasciarvi intendere i problemi tecnici a cui sono andato incontro.
La band sperimental-psichedelic-alternative ieri sera ha optato per una scaletta fatta di pezzi cattivissimi con batteria potente e veloce, accompagnata da miagolii di chitarra elettrica effettata e schiribizzi di tastiera vintage con delay di tutti i tipi. Un casino infernale. A completare l'opera c'è riuscito il loro fonico, che ha scelto medi altissimi al di là di ogni mia immaginazione. Un casino infernale che si scontra con un muro di suono durissimo. E io ero nel mezzo dell'impatto. Hai voglia te a porgere l'orecchio per gustare le sfumature.
L'ultimo pezzo, 7/8 minuti di terremoto sincopato con i "musicisti" che urlavano nei microfoni "die die die die die die die die die die die", mi ha provato talmente che a metà mi son dovuto tappare le orecchie. Tutti pezzi alla "Each one teach one", per chi conosce gli Oneida. Ma purtroppo io ero andato lì per ascoltarmi "Lavender" o "Great navigators" dal vivo, non per essere investito da un camion a rimorchio di suoni...
(Grazie a Matteo per lo spunto per il titolo)
La band sperimental-psichedelic-alternative ieri sera ha optato per una scaletta fatta di pezzi cattivissimi con batteria potente e veloce, accompagnata da miagolii di chitarra elettrica effettata e schiribizzi di tastiera vintage con delay di tutti i tipi. Un casino infernale. A completare l'opera c'è riuscito il loro fonico, che ha scelto medi altissimi al di là di ogni mia immaginazione. Un casino infernale che si scontra con un muro di suono durissimo. E io ero nel mezzo dell'impatto. Hai voglia te a porgere l'orecchio per gustare le sfumature.
L'ultimo pezzo, 7/8 minuti di terremoto sincopato con i "musicisti" che urlavano nei microfoni "die die die die die die die die die die die", mi ha provato talmente che a metà mi son dovuto tappare le orecchie. Tutti pezzi alla "Each one teach one", per chi conosce gli Oneida. Ma purtroppo io ero andato lì per ascoltarmi "Lavender" o "Great navigators" dal vivo, non per essere investito da un camion a rimorchio di suoni...
(Grazie a Matteo per lo spunto per il titolo)
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